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Il Napoli è campione d'Italia per la quarta volta

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I partenopei battono 2-0 il Cagliari e rendono vana la vittoria dell'Inter

Il Napoli è campione d'Italia. Il quarto scudetto della società partenopea arriva all'ultima giornata di campionato grazie al risultato di questa sera, 2-0 al Maradona contro il Cagliari con i gol di McTominay e Lukaku. Un titolo conquistato dopo una lunga lotta contro i nerazzurri che in contemporanea, stasera, hanno dovuto arrendersi. La squadra di Conte chiude la stagione a 82 punti a +1 sull'Inter di Inzaghi. Una serata che vede esplodere la festa azzurra e permette a Di Lorenzo e compagni di alzare il tricolore. Il capitano del Napoli lo farà per la seconda volta in tre anni, dopo che il primo era arrivato sotto la guida di Luciano Spalletti trascinato dai gol di Osimhen e dalla difesa rocciosa di Kim. Una stagione, quella del 22-23, che senza i suoi protagonisti e dopo il decimo posto dello scorso anno sembrava impensabile da ripetere. Invece a giugno su quella panchina si è seduto Antonio Conte e a trascinare gli azzurri sono arrivati nuovi interpreti come McTominay e Lukaku.

Il Napoli sin dalla trasferta del diciassette agosto a Verona, prima giornata di campionato, ha chiaro l'obiettivo stagionale. La precedente stagione non lascia spazio a dubbi, fare peggio è francamente impossibile e non c'è nessuna coppa europea che possa distrarre. I tifosi del Napoli in due anni hanno toccato il cielo per poi crollare e tornare a terra, forse qualche metro più in giù. E proprio la trasferta di Verona sembra preannunciare una stagione uguale alla precedente. Alla prima di campionato il tabellone del Bentegodi segna 3-0 per i veneti.

Conte ai microfoni post-partita parla di una prestazione di cui "c'è da vergognarsi e chiedere scusa". Ma proprio da lì il Napoli riparte ed esce imbattuto dal campo per nove gare di fila. Vince in casa con il Parma grazie a una rimonta nel recupero realizzata in 4 minuti. Se al '92 il Parma stava per portare a casa i tre punti dopo il rigore di Bonny, al '96 Lukaku e Anguissa fanno esplodere il Maradona e mantengono l'imbattibilità degli azzurri. Otto vittorie e un solo pareggio a Torino contro la Juventus di Thiago Motta riportano alla mente dei tifosi ricordi piacevoli, che per scaramanzia però nessuno ha intenzione di citare.

Ma l'inciampo è sempre dietro l'angolo e arriva il tre novembre, in casa contro l'Atalanta. Retegui e una doppietta di Lookman mettono un freno al cammino azzurro. Un altro 3-0, questa volta in casa. Un risultato che arriva in mezzo a due trasferte, entrambe a San Siro contro le due squadre di Milano. Se con l'Atalanta le ambizioni vengono ridimensionate, il bottino dei due viaggi a Milano è comunque ottimo: quattro punti in due partite. 2-0 con il Milan e 1-1 contro l'Inter, campione d'Italia. Calhanoglu risponde a McTominay e proprio il turco sbaglia un rigore al '74 che avrebbe condannato i ragazzi di Conte. I

l cammino prosegue con due vittorie per 1-0 contro Roma e Torino fino a un letale doppio confronto contro la Lazio. Arrivano due sconfitte, una in campionato e l'altra in Coppa Italia. Ora il Napoli ha davvero un solo obiettivo davanti a sé, e la squadra reagisce. Arrivano sette vittorie di fila, di cui le ultime due a Bergamo per 3-2 con l'Atalanta e in casa contro la Juve per 2-1. E' il 25 gennaio e ora il Napoli è seriamente candidato al titolo, non c'è scaramanzia che tenga. Dall'alto della classifica a 53 punti i campani vedono in basso vedono l'Inter a 47 ma con due gare in meno e l'Atalanta a 46.

Ma proprio sul più bello il motore si ingolfa. Nelle quattro partite dopo la Juve il Napoli ottiene solo tre punti. Pareggia con Roma, Udinese e Lazio. Le gambe però iniziano a tremare alle 12:30 di domenica 23 febbraio, a Como. Diao al '77 porta in vantaggio i lombardi dopo che Raspadori ha risposto a un autogol di Rrahmani. Gli azzurri cercano l'assedio per ottenere quantomeno il quarto pareggio di fila. Niente da fare. Il pranzo è indigesto. Una sconfitta che fa male e che arriva una settimana prima dello scontro diretto. E piove sul bagnato, l'Inter proprio in quel weekend compie il sorpasso. Il Napoli non è più in vetta. La classifica dice 57 per gli uomini di Inzaghi, 56 per Lukaku e compagni.

Uno scontro diretto che tutti si aspettano possa dare risposte, però, lascia tutto invariato. A Dimarco risponde Billing, arrivato nel mercato natalizio dal Bournemouth con poche pretese. Lo fa all'87, quando le speranze si assottigliavano sempre di più. E' da lì che il Napoli riparte e non perde più. In nove partite ne vince sei e pareggia tre. McTominay segna cinque gol in tre partite dimostrando a tutti perché è stato fortemente voluto da Conte.

Lukaku ne fa quattro arrivando a tredici gol e dieci assist in stagione, dimostrandosi continuo e sempre dentro il gioco della squadra. L'apporto in più nella spinta finale arriva da Raspadori, che con i suoi tre gol contribuisce a tre risultati decisivi nel finale di stagione. A due partite dalla fine solo un punto separa le due squadre ma mentre il Napoli va a Parma, l'Inter attende una Lazio agguerrita che lotta per la Champions.

A sorpresa pareggiano entrambe, tra mille polemiche a Milano per un rigore dato alla Lazio che ferma il sorpasso nerazzurro. Un finale a singhiozzo, un urlo di gioia strozzato nella gola dei tifosi napoletani che non riusciva a uscire. Adesso invece è tutto vero. Il Napoli batte il Cagliari, Lukaku segna la sua 14esima rete e Antonio Conte festeggia il quinto scudetto della carriera. Napoli è di nuovo campione d'Italia. Per la seconda volta in tre anni, gli azzurri sono tornati lì su, a toccare il cielo.

24 Maggio
Autore
Redazione

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