Anmil, in primi 8 mesi 2021 +8,5% denunce ma -6,2% morti
Per malattie professionali crescita costante: +31,5% rispetto a stesso periodo 2020
Nei primi 8 mesi del 2021, si registrano 349.449 denunce di infortunio sul lavoro, rispetto alle 322.132 dello stesso periodo dell’anno precedente, vale a dire un incremento dell'8,5%. Questo il quadro che emerge da un'elaborazione Anmil su dati Inail, che mette a confronto il periodo gennaio-agosto 2021 con gennaio-agosto 2020, diffusa in occasione della 71ma edizione della Giornata Anmil per le vittime degli incidenti sul lavoro. L'aumento delle denunce d’infortunio - spiega l'Anmil - è determinato dalla ripresa economica post pandemia da Covid-19.
Le denunce d’infortunio mortale, invece, sono tornate a decrescere perché - chiarisce l'Anmil - non esiste quasi più la componente delle morti causate da infezione da Covid-19 che nel 2020 avevano rappresentato 1/3 del totale delle morti sul lavoro. Gli infortuni mortali denunciati tra gennaio e agosto 2021 sono 772, contro gli 823 dello stesso periodo dello scorso anno, pari al -6,2%.
Per le malattie professionali, assistiamo a una crescita costante dei numeri in questi primi 8 mesi dell’anno (36.496 contro 27.761, pari al 31,5% in più), perché - sottolinea l'Anmil - i lavoratori stanno recuperando le denunce che nel periodo della pandemia avevano evitato di effettuare con l’intenzione di presentarle in un momento meno critico.
"Insieme all’impegno per la prevenzione, chiediamo alle istituzioni di avviare una riflessione sulla tutela assicurativa delle vittime e delle loro famiglie, affinché venga riconsiderata alla luce della anacronistica normativa che oggi la regola e in base alla quale troppe sono le incongruenze che creano disparità di trattamento tra le vittime e i familiari, al limite dell’incostituzionalità, e senza minimamente tener conto delle mutate condizioni sociali rispetto a 56 anni fa". Ad affermarlo il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni, nel suo intervento in occasione della 71ma edizione della Giornata Anmil per le vittime degli incidenti sul lavoro.
Forni sottolinea che "da diversi anni, ormai, l’Inail chiude il proprio bilancio con significativi avanzi di gestione, che si sommano a quelli, particolarmente corposi, accumulati negli anni passati, conservati nelle casse dello Stato o, quantomeno, sui loro libri contabili". "Ebbene, oggi vogliamo ribadire - prosegue - che quelle risorse scaturiscono dai premi pagati dalle imprese per assicurare i propri lavoratori contro i rischi derivanti dall’attività lavorativa e risarcirli in caso di danni. Dunque, rispetto a quegli avanzi di gestione, è indispensabile prima verificare se la tutela riservata alle vittime del lavoro con quei premi assicurativi sia giusta e adeguata a restituire loro rispetto e la prospettiva di un futuro dignitoso per loro e per le loro famiglie. A nostro giudizio, a nome dei nostri 300.000 associati, non lo è".
"Sotto questo profilo, riteniamo che la prima necessità - osserva - sia quella di provvedere a una revisione complessiva del Testo unico in materia di assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, che risale ormai al 1965. Una normativa che andrebbe riordinata e aggiornata tenendo conto delle trasformazioni sociali, economiche e normative intercorse fino ad oggi. Un progetto certamente a lungo termine, che difficilmente potrà vedere il proprio completamento nella parte finale di questa legislatura, ma che potrebbe comunque essere avviato lasciandone poi il completamento ai parlamentari che saranno in carica nella prossima. Noi siamo, ovviamente, pronti a dare il nostro contributo e la nostra piena collaborazione".
Commenti