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Qatar22: rivive la mano de Dios in Ghana-Uruguay

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Non solo il colpo di Maradona agli inglesi in Mexico 86 ma anche la parata di Suarez contro i ghanesi a Sudafrica 2010

La sabbia della clessidra resta sospesa. Quando c'è di mezzo il calcio le lancette dell'orologio tornano miracolosamente indietro, il tempo si cristallizza e la memoria torna a scavare lì dove non avrebbe mai dovuto.

Oggi a Doha, per Qatar22, si gioca Ghana-Uruguay. Per gli africani è il momento della vendetta sportiva tanto atteso. Il nastro della memoria scorre fino ad andare al Mondiale di Sudafrica 2010. Siamo a Johannesburg, i ghanesi hanno la grande opportunità di scrivere il proprio nome nella storia dei Mondiali, se vincono saranno la prima squadra del Continente Nero a disputare una semifinale. Ma tra loro e la gloria c'è un rigore. E non è un rigore qualsiasi: siamo al 120'. Dopo il tiro dal dischetto l'arbitro fischierà la fine. Ma tra il rigore assegnato e i tempi supplementari che stanno per scadere sul risultato di 1-1 c'è la mano de Dios. No, non è quella di re Maradona, quella c'è stata a Mexico 86 contro i maltidòs inglès. La mano de Dios in questione è quello di Suarez, il centravanti che si è sostituito al portiere Muslera dopo un'azione in area da flipper impedendo al tiro di Adiyiah di gonfiare la rete. Inevitabile il rigore e l'espulsione per il centravanti trasformatosi in portiere. Sul dischetto va Asamoah Gyan, ma la botta va a stamparsi sulla traversa, con l'arbitro che fischia la fine rimandando la qualificazione ai calci di rigore. Che, manco a specificarlo, sorridono agli uruguagi. 

La mano de Dios, dicevamo. Quella di Diego e quella di Luis Suarez. Del resto la contrapposizione tra argentini e uruguagi è nota dalla notte dei tempi. E non abbraccia solo il calcio. Certo, la prima finale di un Mondiale è proprio tra Uruguay e Argentina, siamo a Montevideo, è il 1930. Vincono gli uruguagi. E continua la lotta tra questi due splendidi Paesi divisi dal limaccioso Rìo de la Plata: la sfida è sempre aperta per chi ha inventato per primo il dulce de leche, il tango, il chimichurri, il mate, l'asado, il fùtbol stesso. Insomma, è una dialettica continua. Compresa la mano de Dios. 

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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