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Su Ustica va seguita la pista del terrorismo

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Presentato esposto a Procura di Bologna: si chiede 'di voler svolgere ogni accertamento ancora utile al fine di individuare gli autori ed i mandanti della starge

Il 25 giugno, Giuliana Cavazza, figlia di una delle 81 vittime della tragedia di Ustica del 27 giugno 1980 e presidente onoraria dell’Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica (Avdau) insieme a Flavia Bartolucci, presidente della stessa associazione e figlia del Generale Lamberto Bartolucci, hanno insieme presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bologna con il quale “chiedono al Procuratore di voler svolgere ogni accertamento ancora utile al fine di individuare gli autori ed i mandanti della strage (del DC9 Itavia ndr) e tutti i soggetti che hanno con gli stessi concorso anche tramite condotte attive od omissive che hanno agevolato la commissione della strage”.

In premessa dell’esposto, preparato dell’Avv. Gregorio Equizi, le due presidenti elencano tutte le evidenze emerse nel corso del lungo ed approfondito processo penale che hanno portato ad escludere con certezza ogni ipotesi di battaglia aerea nel corso della quale sia stato lanciato un missile contro il DC 9 ed a prendere conoscenza dei numerosi riscontri a favore di una esplosione interna nella toilette posteriore del velivolo.

Risultati questi acquisiti in fase istruttoria e confermati in fase dibattimentale, attraverso i quali è stato possibile “accertare che l’unica ipotesi tecnicamente sostenibile per spiegare la dinamica del disastro era quella dell’esplosione interna attribuibile ad una bomba collocata a bordo dell’aereo di linea Itavia IH870 I-TIGI”.

Nell’esposto dall’Associazione viene messo altresì in evidenza che i risultati raggiunti sono stato il frutto del lavoro del massimi esperti internazionali ed in particolare di quelli componenti la Commissione peritale Misiti, nominata dal Giudice Istruttore Vittorio Bucarelli e confermata poi da Rosario Priore.

Fermo restando quindi che avendo escluso la battaglia aerea con i missili o meno il processo penale ha concluso oltre ogni dubbio che di bomba si è trattato, le due presidenti indicano al Procuratore due ipotesi investigative riferendo argomentazioni e producendo documenti (allegati all’esposto) in base ai quali si potrebbero ipotizzare due distinti episodi di terrorismo, l’uno di Stato, per mano del regime di Gheddafi, l’altro attribuibile al terrorismo palestinese".

“Da ultimo -si afferma nell’esposto- rimanendo sul piano dei possibili moventi/mandanti della strage, non possiamo fare a meno di ricordare le ‘evidenze’ contenute nelle c.d. Informative di Beirut. Si tratta di informative del Sismi datate 24 e 26 aprile e 12 maggio 1980 (e già acquisite a Brescia nel processo per la strage di Piazza della Loggia) in cui si rappresenta che, in caso di risposta negativa alle trattative in corso (tentativo di far rispettare da parte italiana il c.d. Lodo Moro ndr) la maggioranza della dirigenza e la base dello stesso Fplp intende riprendere -dopo sette anni- la propria libertà di azione nei confronti dell’Italia, dei suoi cittadini e dei suoi interessi con operazioni che potrebbero coinvolgere anche innocenti e che pertanto, dal giugno 80 non saranno più ‘congelate’ le azioni contro gli interessi italiani da parte del Fplp. Ebbene, - conclude l’esposto- le 81 vittime innocenti della strage di Ustica potrebbero essere proprio la concretizzazione del rischio paventato nelle predette informative”.

La seconda ipotesi che Cavazza e Bartolucci prefigurano al magistrato è che l’attentato al DC9 possa essere stato opera del regime di Gheddafi, irritato per gli accordi che il nostro paese stava per ufficializzare con Malta, ponendola di fatto sotto la propria protezione. A sostegno di questa ipotesi vengono riportati ampi stralci della dichiarazioni rese in dibattimento da Giuseppe Zamberletti, all’epoca Sottosegratario agli Esteri e 'titolare' del dossier Malta.

Riferì tra l’altro Zamberletti: “tra il 4 ed il 5 giugno una delegazione libica venne alla Farnesina, io la ricevetti, è una delegazione numerosa e questa delegazione mi espresse la forte ostilità al completamento dell’accordo con Malta, ritenendo che questo accordo in un momento di controversia fra Malta e la Libia era da loro letto come un atto di ostilità nei confronti del governo libico. Inoltre facevano presente che questa ostilità la ritenevano anche aggravata dalla decisione del governo italiano preso negli ultimi mesi del 1979 di rischierare a Comiso i missili nucleari di teatro”.

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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