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La Juve dice addio a se stessa

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Si dimette in blocco il cda con in testa Andrea Agnelli. Ecco la lettera del presidente ai dipendenti nel giorno dell'abbandono

Dopo 4576 giorni, si chiude l'era di Andrea Agnelli alla guida della Juventus. Il presidente più vincente della storia bianconera lascia la carica, si dimette con tutto il Cda e abbandona il vertice della Vecchia Signora dove era approdato il 19 maggio 2010. Agnelli, 46 anni, in 12 anni ha segnato un'epoca nella storia del club.

"Cari tutti, giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere. Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro". Comincia così la lettera di Andrea Agnelli ai dipendenti della Juventus nel giorno delle dimissioni dell'intero cda.

"La Juventus - scrive Agnelli - è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra. Siamo abituati per storia e Dna a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, nove scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, cinque scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l'accordo con Adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo Uefa, il J|Museum e tanto altro. Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l'obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l'attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un'altra decina di scalini in salita e ci sei: 'el miedo escénico' e in quell'attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l'impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Georgios Karaiskaks, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno. Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all'altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: 'And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music' (ovvero ' quelli che non potevano sentire la musica pensavano che quelli che ballavano fossero matti"). Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve! Fino alla fine...".

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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