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Mou e Sheva: c'eravamo tanto detestati

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Oggi a Marassi in Genoa-Roma va in scena la sfida tra l'ex Specil One e Shevchenko, all'esordio in serie A come tecnico

Lo sport, soprattutto il calcio, ci insegna di come la vita sia circolare. Senza scomodare testi buddhisti o dogmi esistenziali, ecco che tutto torna. La vita è una magnifica farsa dove la giostra delle coincidenze dimostra di essere circolare: è un po' come la storia di due parallele che non si incontrano mai, se non nel'infinito. Ecco, riassunta la storia di Mourinho, allenatore della Roma, ex Special One, oggi assai in ribasso, e di Shevchenko, un passato da goleador e oggi allenatore rampante, alla sua prima in serie A sulla panca del Genoa, dopo aver costruito il suo curriculum nella gestione tecnica della Nazionale ucraina. È uno di quegli incroci, lo avrete capito, che nella vita e nello sport, e nel calcio, torna: i due non si sono mai amati, Mou ai tempi del Chelsea aveva alle sue dipendenze Sheva (stagione 2006/07), con l'ucraino reduce dal periodo d'oro del Milan (il tecnico portoghese dopo Londra sarebbe presto diventato a Milano, sponda nerazzurra, lo Special One), ma i due si sono cordialmente detestati. Con la maglia del club di Londra l'asso Sheva deluse ogni aspetttiva: in due stagioni collezionò 47 presenze e maturò appena 9 reti, numeri pallidi se raffrontati con quelli in maglia rossonera, dove nel settennato 1999/2006 registrò 208 presenze e ben 127 reti. Storico il gesto dello swing da parte di Mou quando gli chiesero perchè Sheva non giocasse: 'è impegnato a giocare a golf', in pratica. 

Oggi sono avversari in campo, o meglio sul terreno di Mou, cioè la panchina, la gestione tecnica e tattica del gruppo, la lettura del match. Il vero spettacolo di Genoa-Roma sarà a bordocampo. 

2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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