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Quando Cicciolina era una pornostar. E noi ragazzini pruriginosi

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La nota pornodiva compirà 70 anni e i media la ricordano per le sue battaglie (soprattutto personali) e non per le fantasie erotiche che suscitava

Si sa, il tempo è indulgente. Ingentilisce il passato. Il nastro della memoria quando scorre accudisce in una patina di dolcezza i ricordi, anche quelli più duri. Così accade che leggendo gli auguri per il 70mo compleanno di Cicciolina, icona del porno, gli estensori ricordano principalmente della bella ungherese senza veli i suoi film d’autore (pochi, e non certo da protagonista) e le sue battaglie dolcemente rivoluzionarie, sfociate in una incredibile elezione al Parlamento italiano. Be’, io sono stato testimone di quegli anni. Sono cresciuto con Cicciolina, io. Cioè, non che mi stesse accanto, né di letto, né di condominio, ma la bella Ilona Staller fu uno dei primi nudi integrali a ridurre le nostre diottrie nella focosa pubertà. Dei giornali pornografici di allora rammento Le Ore e Super Le Ore su cui con i miei amici, nelle pochissime pause di interminabili partite a pallone (non a calcio, è assai diverso) nei cortili di palazzi popolari e borghesi a Latina, si poggiavano sguardi avidi e bellicosi, che poi nell’intimità sfociavano nel callismo più fantasioso. In verità, ricordo anche che suscitai qualche sospetto di non allineamento sessuale quando abbozzai un convinto ‘ha belle forme ma per i miei gusti è troppo slavata, algida, fredda’, concetto ribadito quando la discussione si animava attorno alle sinuosità di Moana Pozzi, teorie di non omologazione maschia fugate quando sulla scena pornografica italiota apparve anche Ramba, certificando in quel momento che delle donne preferivo la bellezza mediterranea. Ma al di là dei gusti personali (di cui non frega nulla a nessuno), Cicciolina era un fenomeno di costume vero, diceva anche cose originali, era invitata in radio, in tv e nei salotti perché esprimeva concetti basilari con un sorriso disarmante discettando di sessualità libera, oralità allargata, coito (ergo sum), poi, certo, si spogliava, nei night di metropoli e/o di periferia, e faceva felici tanti giovani alla ricerca di una pornografia live, più curiosa che pruriginosa, in un’Italia dove i pomeriggi tv erano scanditi da programmi che invitavano al suicidio intellettivo e dove al tramonto le reprimende erano mormorate da tizi in doppiopetto grigio, con i capelli corti (e brizzolati, sempre brizzolati) a spazzola, con occhiali dalla montatura in tartaruga, con nella saccoccia del panciotto la tessera Dc o Pci, sublimati da quell’aria cattocomunista di celebrate pubbliche virtù, decisamente inferiori ai vizi privati. Insomma, era un’Italia sufficientemente ipocrita, come ipocrite sono queste celebrazioni dei 70 anni di una pornostar ‘amata’ per le sue inesauribili performance sessuali, che andavano da gola profonda a gang bang, che, immaginiamo, Cicciolina non abbia mai rinnegato. Anche perché, così facendo, rinnegherebbe i migliori anni della sua (e nostra) vita.
2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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