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Il Frosinone butta via la sua identità e perde 1-0 a Sassuolo

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I ciociari non affondano contro una squadra in crisi, subiscono lo svantaggio e non riescono a pareggiare nemmeno su rigore

Il Frosinone si smarrisce. Gioca al di sotto della sua identità, non affonda contro una squadra in crisi come il Sassuolo, subisce la rete, può pareggiare su rigore ma con Kaio Jorge spedisce fuori ogni speranza. Al Mapei Stadium finisce 1-0 per il Sassuolo.

Ritorna Turati ma soprattutto Barrenechea. E tra le novità dal 1’ c’è anche la spinta esterna di Ghedjemis, la vera sorpresa del match. Poi, il pacchetto arretrato è quello che vede gli scudieri Okoli e Romagnoli centrali, Zortea e Valeri col compito di arare le fasce oltre che di presidiarle, in mezzo i fari Mazzitelli e Barrenechea più Brescianini, poi Soulé e Ghedjemis (a sinistra) a supporto di un ritrovato Cheddira.

Il Sassuolo, in chiara apnea, quattro sberle di fila e una situazione di classifica sotto la zona rossa, si affida prima di tutto alle magie di Ballardini, che conferma tra i pali Consigli, il pacchetto arretrato disegnato da Erlic e Ferrari più Pedersen (a destra) e Doig, nella terra di mezzo fiducia a Bajrami, Racic e Thorstvedt, in avanti il tridente formato da Defrel a destra e Laurientiè (a sinistra) più Pinamonti centravanti.

PRIMO TEMPO - Ritmi alti, corsa e squadre aperte. Pochi calcoli anche quando andrebbero fatti. Del resto, non si vince da troppe giornate, le difese sono sufficientemente generose con gli attaccanti (56 gol sul pallottoliere ciociaro, 55 su quello neroverde), i moduli propositivi fanno parte del Dna di singoli e collettivi. Sassuolo e Frosinone si affrontano così, come fosse una partita da dentro e fuori.

Si scambiano palloni e ruolo Mazzitelli e Barrenecha, Brescianini corre con la solita generosità, funziona l’asse Soulé-Zortea sulla destra, dove l’allegra brigata ciociara insiste, ma è una fuga solitaria con tracciante finale di Ghedjemis a spaventare di brutto Consigli (12’). Romagnoli asfissia Pinamonti e Okoli è più concentrato del solito, le ali emiliane paiono abbandonate a un destino solitario, con una mediana che non illumina il momento nero del Sassuolo. Tant’è che si deve attendere il 35’ per la prima botta verso la porta di Turati, con Pinamonti a far partire un diagonale strozzato. Poca roba. I ciociari dànno l’impressione di sfondare da un momento all’altro, anche perché il Sassuolo bada più ad arginare che a costruire, nelle cui file manca un metronomo o il guizzo di un Berardi. Però c’è poca audacia, il ritmo cala, a sinistra Lirola (che è subentrato all’infortunato Valeri dopo 7’) francobolla Defrel e non assiste lo spaesato Ghedjemis, mentre la spinta sulla corsia destra si smarrisce. Così, l’ultimo periodo della prima frazione è di marca emiliana, con Laurientiè che sgomma via a Zortea e spara su Turati (44’).

SECONDO TEMPO - Si ricomincia ma con la paura di commettere errori. Anche perchè il Cagliari ha due reti di vantaggio sulla Salernitana, un risultato che però dovrebbe essere carburante per le due squadre. Il dio del calcio mette gli occhi su Thorstvedt al 55’: prima il norvegese anticipa Mazzitelli in area con l’arbitro che indica il dischetto, rigore revocato al Var, poi servito da Racic nel cuore dell’area ciociara è libero come un romano a Ferragosto di calciare e purgare Turati (57’). Thorstvedt il norvegese in paradiso e Sassuolo in vantaggio. Il Frosinone sbanda, sembra svuotato, incapace di capire cosa sia accaduto, così rischia il ko in contropiede con l’esterno di Pinamonti che si spegne di poco a lato. DiFra capisce che deve dare la scossa: dentro Seck e Ibrahimovic (61’), al posto di Brescianini e di un Ghedjemis troppo timido. Il Sassuolo trova coraggio, ci mette gamba e corsa, mentre i ciociari si perdono come bambini senza mollichine, privi di idee e nerbo, pressoché irriconoscibili. Servirebbe una magia. L’unico che prova a scuotere i suoi sono le verticalizzazioni di Mazzitelli, per il resto si assiste alla svagatezza di Seck (all’81’ si dimentica pure il pallone in azione solitaria...) e all’impalpabilità di Ibra e Cheddira. E la magia l’inventa Soulé che va fino alla propria metà campo per avere un pallone gicoabile, lancia centrale bucando la difesa neroverde per l’inserimento solitario di Lirola che a tu per tu con Consigli la spara come fosse una meta, sbagliando sport. È il 76’. Credi che il Frosinone stia raccogliendo le energie fisiche e nervose per invertire la rotta invece il Sassuolo si compatta dietro, chiudendo gli spazi alle già poche idee canarine. La disperazione giallazzurra si materializza all’83’: fuori Soulé (!) e Cheddira per Kaio Jorge e Cuni, per un assalto all’arma bianca. Va avanti con la forza d’inerzia il Frosinone, anche perché il Sassuolo si disunisce, ha il fiato corto. Così i ciociari hanno le loro chance: all’87’ è Seck a non inquadrare nemmeno la porta, dopo l’imbeccata di Barranechea, confermando che si trova per caso lì in mezzo al campo; all’88’ Zortea disegna il corridoio per Cuni, scatto e Ferrari lo spinge come all’asilo. Stavolta è rigore. Sul dischetto va Kaio Jorge, che dimostra che non ha feeling col gol. Il tiro va fuori. Buonanotte.

9 Marzo
Autore
Gian Luca Campagna

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