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Afghanistan: la Cina “attacca” gli Stati Uniti

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La Cina lancia agli Stati Uniti un’accusa neanche troppo velata del caos in Afghanistan

Il quadro degli avvenimenti in Afghanistan sta diventando sempre più complesso. Le minacce arrivano, come abbiamo avuto modo di vedere, su più fronti. Da un lato, i talebani sono forti di un dominio importante sul territorio e pronti ad instaurare un regime. Dall’altro, una cellula terroristica chiamata Isis-k progetta attentati e li porta a compimento, contro l’Occidente ma anche contro i Talebani, accusati di rappresentare un islamismo troppo poco radicale.

Dalla loro parte, gli Stati Uniti arrancano e non hanno (probabilmente) un’idea chiara sul da farsi. È notizia di questi giorni l’attacco di un drone USA ad una ipotetica autobomba del gruppo Isis-k pronta ad esplodere. L’offensiva, secondo fonti qualificate come CNN e Washington Post, avrebbe causato la morte di un intero nucleo familiare di civili, costituito da 10 persone.

Un inferno, dal quale ieri 30 agosto è decollato l’ultimo C-17 statunitense per lasciare l’Afghanistan.  Il Pentagono, tramite il generale Frank McKenzie, ha parlato della “più grande evacuazione della storia dell’esercito USA, con 79.000 civili, 6.000 americani e oltre 73.000 tra cittadini di paesi terzi e Afghani.” 

Ritiro celebrato con grande festa dai Talebani, che hanno parlato di “vittoria di tutti noi”, un avvenimento celebrato in tale modo in tutto il mondo islamico “radicale”.

Un assist alla Cina, che nel suo intervento all’Onu ha attaccato non troppo velatamente le strategie Statunitensi.

Secondo il vice rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite Geng Shuang, a causare i disastri di questi ultimi giorni è stato "Il ritiro disordinato e affrettato delle truppe straniere". Il diplomatico ha poi aggiunto "Il ritiro non è la fine delle responsabilità, ma l'inizio della riflessione". La Cina, insieme alla Russia, si è astenuta dal votare la proposta per creare un passaggio sicuro per le persone che intendono lasciare il paese Afghano dopo il ritiro USA. Shuang ha aggiunto come la Cina speri che i “paesi rilevanti” smettano di “imporre la propria volontà”.

Un attacco diplomatico che era un’occasione dalla quale probabilmente la Cina non poteva sottrarsi, visti i fallimenti delle politiche militari statunitensi. Un altro fallimento USA: dare l’opportunità alla Cina di avere ragione.

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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