L'Italia in Piazza per Gaza: centinaia di migliaia in piazza
Le proteste organizzate hanno riguardato 80 diverse città in tutta la Penisola. Qualche scontro a Milano
L'Italia si è fermata per Gaza con uno sciopero generale che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone in quasi 80 città da Nord a Sud. Una giornata di protesta che ha visto la partecipazione di sindacati, studenti e cittadini comuni per chiedere il cessate il fuoco in Palestina e la fine della collaborazione militare con Israele.
Roma: 50mila in Corteo sulla Tangenziale
La capitale ha registrato la più grande manifestazione con oltre 50mila partecipanti (100mila secondo gli organizzatori) che si sono radunati in piazza dei Cinquecento, di fronte alla stazione Termini. Il corteo, partito nel tardo mattino, ha attraversato il centro cittadino fino a raggiungere piazza di Porta Maggiore, dove i manifestanti hanno successivamente occupato un tratto della Tangenziale Est, autorizzata eccezionalmente dalla questura per gestire l'imponente partecipazione.
"Ora blocchiamo tutto", hanno scandito i manifestanti sventolando bandiere palestinesi e cori "Free Palestine". La manifestazione nella capitale si è svolta in maniera del tutto pacifica, con la partecipazione di sindacati autonomi, moltissimi studenti delle superiori e associazioni pro-Palestina. Nel pomeriggio, un gruppo di studenti universitari ha occupato la facoltà di Lettere alla Sapienza al grido di "Palestina Libera".
Roma Termini, sciopero e manifestazione pro Palestina
Milano: Violenti Scontri in Stazione Centrale
Diversa la situazione a Milano, dove la manifestazione si è conclusa con violenti scontri tra un gruppo di manifestanti e le forze dell'ordine alla Stazione Centrale. Dopo un corteo inizialmente pacifico da Piazzale Cadorna, un centinaio di giovani vestiti di nero ha tentato di entrare nella stazione ferroviaria, scatenando ore di guerriglia urbana.
Gli scontri hanno provocato il ferimento di 60 agenti di polizia, di cui 23 portati in ospedale, e oltre 10 fermati tra i manifestanti. I disordini si sono protratti per diverse ore con lanci di fumogeni, pietre, transenne e cassonetti da parte dei manifestanti, mentre la polizia ha risposto con cariche e lacrimogeni.
"Indegne le immagini che arrivano da Milano", ha commentato la Premier Giorgia Meloni sui social, chiedendo una condanna unanime da tutte le forze politiche. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha definito quanto accaduto "un deliberato attacco contro la polizia".
Bologna: Corteo sulla Tangenziale e Autostrada
A Bologna, circa 50mila manifestanti secondo gli organizzatori hanno invaso piazza Maggiore prima di dirigersi verso la tangenziale. Il corteo ha occupato per circa un'ora sia la tangenziale che un tratto dell'Autostrada A14, bloccando il traffico. Le forze dell'ordine hanno utilizzato idranti e lacrimogeni per sgomberare le arterie stradali, riuscendo infine a ricondurre i manifestanti sulle strade cittadine.
Il Comune di Bologna ha esposto la bandiera della Palestina sulla facciata di Palazzo d'Accursio in solidarietà con la causa palestinese.
Le Altre Città in Mobilitazione
Torino ha visto la partecipazione di circa 8mila manifestanti che hanno occupato i binari della stazione di Porta Nuova, sospendendo temporaneamente la circolazione ferroviaria.
A Genova, migliaia di persone hanno bloccato i varchi del porto, mentre a Marghera (Venezia) oltre 15mila manifestanti hanno tentato di accedere al porto commerciale, con la polizia che ha utilizzato gli idranti per respingerli.
Napoli ha registrato cortei con bruciatura simbolica di foto del Premier israeliano Netanyahu e di Giorgia Meloni, mentre a Trieste circa 3mila persone hanno bloccato l'accesso al Porto al Varco IV del Molo VII. Tra i manifestanti anche la cantante Elisa, che ha dichiarato: "È un dovere essere qui, non si può accettare un genocidio".
Manifestazioni significative anche a Cagliari (15mila persone), Sassari, Bari (2mila davanti al consolato israeliano), Pisa (4mila sulla superstrada), Brescia (con scontri serali), Catania e La Spezia (400 studenti nonostante l'allerta arancione).
Torino, le proteste pro Gaza
La Risposta Politica
Le violenze di Milano hanno scatenato un acceso dibattito politico. Mentre la maggioranza ha condannato duramente gli scontri, l'opposizione ha cercato di distinguere tra i fatti violenti e la protesta pacifica di massa.
Elly Schlein (PD) ha dichiarato: "Condanniamo la devastazione della stazione di Milano e il ferimento di 60 agenti. Abbiamo sempre condannato ogni forma di violenza politica. Però non possiamo accettare che la violenza di qualche centinaio copra le decine di migliaia che pacificamente hanno manifestato".
Il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato misure più severe: "Impediremo che si ripeta e chiederemo una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni".
I Numeri della Mobilitazione
Secondo l'Unione Sindacale di Base (USB), promotrice dello sciopero, sono state oltre 200mila le persone scese in piazza in quasi 80 città italiane. Lo sciopero generale ha interessato tutti i settori: trasporti pubblici e ferroviari, porti, scuole, servizi pubblici e privati.
La mobilitazione è stata indetta in sostegno della popolazione di Gaza e della "Global Sumud Flotilla" partita dalla Sicilia il 19 settembre per portare aiuti umanitari in Palestina, oltre che per chiedere la cessazione di ogni rapporto militare e commerciale con Israele.
Disagi ai Trasporti
Lo sciopero ha causato significativi disagi al sistema dei trasporti. A Milano Centrale, l'occupazione della stazione da parte dei manifestanti ha comportato la cancellazione o il ritardo fino a 120 minuti per i treni ad alta velocità. Il servizio metropolitano ha mantenuto aperte 4 linee su 5, con la sola M4 chiusa.
A Roma il servizio è stato garantito nelle fasce orarie previste (6-9 e 18-21), mentre i porti di Genova, Livorno e Marghera sono stati completamente bloccati dai manifestanti.
La giornata del 22 settembre ha rappresentato una delle più grandi mobilitazioni degli ultimi anni in Italia, dimostrando come la questione palestinese continui a mobilitare ampie fasce della popolazione italiana, pur con le divisioni evidenziate dagli episodi di violenza registrati in alcune città.
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