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Restauro, arriva Diapason, un laser scanner per il recupero opere

Laser Scanner DIAPASON

La nuova tecnologia è stata presentata al Salone Internazionale di Ferrara

Si chiama Diapason ed è il laser scanner di ultima generazione realizzato dai ricercatori ENEA per la tutela e la diffusione della conoscenza del patrimonio artistico-culturale. Ideato nell’ambito del progetto E-RIHS, è stato presentato alla 27ª edizione del Salone Internazionale del Restauro di Ferrara.

Diapason consente di realizzare un modello 3D multispettrale dell’opera oggetto di indagine, grazie alla 7 lunghezze d’onda del laser scanner - dall’ultravioletto fino al primo infrarosso - che permettono di acquisire immagini non alterate dalla luce ambientale superando i limiti dei dispositivi oggi in commercio. Queste caratteristiche lo rendono uno strumento adatto per valutare più facilmente lo ‘stato di salute’ di quadri, affreschi, opere scultoree e siti archeologici.

“Le sue misure compatte consentono di ridurre i costi delle campagne di misura evitando difficoltà legate a trasportabilità e accessibilità presso alcuni siti. La stessa fase di post-produzione delle immagini acquisite, e quindi lo studio e il monitoraggio delle opere, risulterà semplificata dalla regolarità e ‘pulizia’ del set di dati generato”, spiega Massimiliano Guarneri, il ricercatore del Laboratorio ENEA di Diagnostiche e metrologia che ha lavorato alla realizzazione del prototipo.

Nello specifico il dispositivo, capace di operare fino a una distanza di 15m, combina le prestazioni di due prototipi già in uso all’ENEA: quello con 3 lunghezze d’onda nel visibile e quello con laser infrarosso, quest’ultimo in grado di andare sotto al primo strato di pigmento, rendendo visibili, per esempio nelle tele a olio, ripensamenti, studi preparatori e precedenti interventi di restauro.

“Diapason, così come la forcella metallica che emette note standard sulle quali accordare strumenti musicali, combina informazioni provenienti da lunghezze d’onda differenti in un modello 3D – continua Guarneri – che racchiude specifiche precedentemente accessibili non solo con diversi strumenti ma anche con lunghi e complessi lavori di editing. In passato abbiamo lavorato alla digitalizzazione di numerose e importanti opere d’arte attraverso l’uso combinato del laser infrarosso e del laser scanner a colori 3D, gestendo però varie complicazioni logistiche, visto che abbiamo dovuto utilizzare strumenti diversi, e con un lavoro di post-produzione più oneroso”.

Con questa tecnica sono state “acquisite” le opere “Autoritratto” e “La Primavera” del pittore seicentesco Mario De Fiori, conservate a Palazzo Chigi di Ariccia (Roma), come pure il “Ritratto di Papa Gregorio XIII”, opera del XVI secolo del pittore italiano Scipione Pulzone, custodita attualmente presso l’Istituto Salesiano Villa Sora a Frascati (Roma) e divenuta famosa anche per aver fatto parte recentemente delle opere d’arte esposte in una serie di mostre organizzate in Giappone nell’ambito del progetto “Sol Levante nel Rinascimento italiano”, a cura del Tokyo Fuji Art Museum. Nel caso specifico, il modello 3D ottenuto ha messo in risalto alcuni dettagli, come il fazzoletto stretto nella mano destra del pontefice o parte del drappeggio raffigurato nell’angolo destro superiore, attualmente non più facilmente visibili a occhio nudo a causa dell’inevitabile inscurimento che la pittura ha subito nel tempo.

“Da oggi, grazie a Diapason, sarà possibile giungere a questi risultati attraverso operazioni più semplici, più rapide e meno costose”, conclude il ricercatore.

1 anno fa
Autore
Luciano Razzano

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