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Edilizia: Senza superbonus cala la spesa riqualificazioni

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Tra direttiva Case Green e disattivazione bonus, l'edilizia italiana rischia crollo volumi di affari

Lo studio pubblicato dal Cresme, Centro Ricerche di Mercato, restituisce al meglio l’immagine di come il Superbonus, insieme agli altri bonus abbia inciso sul settore edilizia negli ultimi anni.

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Prima di superbonus e bonus facciate, tra il 2019 e il 2023, il mercato degli interventi incentivati in riqualificazione edilizia e energetica valeva 28 miliardi di euro correnti all’anno. Nel 2023 si è arrivati a quasi 84 miliardi e nel 2024 a quasi 95 miliardi. ''È evidente che, finiti i super-incentivi, se va bene si tornerà ai livelli del 2019, sempre che le condizioni rimangano quelle di allora''. A stimare che le spese per le abitazioni si ridurranno a un terzo di quelle stimate per quest'anno è il Cresme nel suo rapporto.

''Le costruzioni con il superbonus sono diventate l’orco cattivo dell’economia italiana, quando si può dimostrare che la quota degli investimenti incentivati andati alle imprese di costruzioni si possa stimare tra il 20 e il 25% del totale, il resto è andato a industria, commercio, progettisti e piattaforme tecnologiche, banche e intermediari finanziari, e Iva, Irpef e oneri sociali'', afferma il Cresme.

 

''Nel frattempo in Europa -ricorda l'associazione- è stata approvata la direttiva “Case green”, con il voto negativo di Italia e Ungheria, e ora abbiamo due anni per definire come raggiungere gli obiettivi che l’Europa pone. Si tratta di obiettivi performanti che richiedono una nuova stagione di investimenti e rispetto ai quali sarà utile riflettere visto che il valore dell’investimento per raggiungere il 16% di riduzione dei consumi (prima fase obiettivo) richiederebbe miliardi di euro''. 

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Autore
Luciano Razzano

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