Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Truffe all'INPS, perquisizioni anche ad Anagni e Piglio

GDF Frosinone.jpg

Operazione su vasta scala con ripercussioni anche in provincia di Frosinone

Operazione congiunta delle Forze dell'Ordine ad  Anagni (FR), Roma, Monterosi (VT), Nepi (VT) e Sutri (VT) i Finanzieri della Tenenza di Anagni e i Carabinieri della locale Compagnia, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Frosinone, hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione, nei confronti della titolare di alcuni Centri di Assistenza Fiscale nelle citate località, indagata per “truffa”. 

L’indagine scaturisce da alcune querele presentate presso la Tenenza della Guardia di Finanza della Città dei Papi e la Stazione Carabinieri di Piglio (FR), nelle quali alcuni cittadini della zona avevano denunciato che la predetta titolare dei C.A.F., di 53 anni, li avrebbe indotti a corrispondere varie somme di denaro, per un importo complessivo di circa 50.000 euro, facendole accreditare su un c/c intestato alla propria Agenzia di Servizi Fiscali, al fine di far percepire loro la pensione anticipata, la pensione sociale, nonché per aste immobiliari e richieste di finanziamenti agevolati, oltre ad assistenza a cittadini stranieri per il rilascio di permessi di soggiorno.

Le vittime, tuttavia, non hanno mai ottenuto quanto richiesto, perché la donna, in alcuni casi, non avrebbe mai avviato le relative pratiche, mentre, in altri, le stesse sarebbero state respinte in quanto inoltrate all’INPS, pur sapendo che i richiedenti non erano in possesso dei requisiti necessari ad ottenere i benefici per cui avevano pagato.

Nel corso delle perquisizioni, che hanno riguardato l’abitazione dell’indagata e 5 C.A.F., è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro voluminosa documentazione informatica e cartacea, ritenuta utile alle indagini.

Il presente comunicato viene effettuato in ossequio al D.Lgs. 106/2006, come modificato dal D.Lgs. 188/2021, nel rispetto del diritto della persona sottoposta a indagini/imputato, da ritenersi non colpevole fino a sentenza definitiva -, in quanto ricorrono “specifiche ragioni di interesse pubblico che lo giustificano” per la particolare rilevanza pubblica dei fatti oggetto degli accertamenti e per le esigenze costituzionalmente tutelate connesse al diritto all’informazione, al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispettoso dei diritti degli indagati e delle parti offese.

9 Aprile
Autore
Luciano Razzano

Commenti