Putin perderà ma bisogna diversificare le fonti d'energia

“Tra due-tre anni il prezzo del gas crollerà”. Lo afferma Franco Bernabè, presidente di Acciaieria d'Italia e per sei anni ad di Eni, in un'intervista al 'Messaggero'. Ma “ci dobbiamo arrivare”, precisa, “E ci dobbiamo arrivare vivi o quantomeno non moribondi”. Per farlo “i sacrifici sono inevitabili”, ed è “ovvio che, chiunque ci governerà, dovrà continuare a sostenere famiglie e imprese”, oltre a mettere a punto un piano “energetico serio, realistico e incisivo”. Secondo il presidente dell'ex Ilva “siamo in guerra, non in una situazione normale”, dunque “il sostegno ai redditi è assolutamente fondamentale”. È però necessario che “il governo continui a lavorare senza sosta su un piano di diversificazione delle fonti energetiche”.

Per Bernabè le sanzioni sono “una risposta all'aggressione della Russia di Putin” contro l'intera Europa, perché prima ancora dell'invasione “Putin ha innestato la crisi energetica riducendo la quantità di gas venduta in Europa”. Esprime tuttavia ottimismo, dal momento che “noi alla fine ce la faremo” mentre “Putin perderà”.

Quanto alle possibili soluzioni a livello europeo, “bisogna evitare interventi dettati solo dall'emergenza e sviluppare soluzioni che salvaguardino i benefici di cui abbiamo goduto per vent'anni con prezzi dell'energia bassi e stabili”. Per il presidente di Acciaieria Italia una strada è “dare più spazio a contratti di lungo periodo per le rinnovabili, limitando nello stesso tempo il ruolo del mercato spot del gas”. Tuttavia, ci sono alcuni ostacoli: “In Italia da quando sono cessati gli incentivi, sulle rinnovabili non si è fatto più nulla. E nel frattempo abbiamo smesso di estrarre gas”. Per di più, “da circa 25 anni non facciamo più nemmeno esplorazione, e così forse abbiamo un tesoro al largo delle nostre coste ma non lo sappiamo”, conclude.