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Sulle tavole domina cotechino o zampone con lenticchie

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Secondo un'indagine di Coldiretti sarà in casa del 71% degli italiani, resta gettonato lo spumante (84%)

Forse anche per battere la paura della pandemia nel menu dei cenoni degli italiani in otto casi su dieci (80%) sono previste quest’anno le lenticchie chiamate a portar fortuna, mentre il tradizionale chicco d’uva è servito nel 64% dei casi: è quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’ sul Capodanno degli italiani, che mettono sul podio dei cibi più gettonati al primo posto lo spumante con l’84% e sorprendentemente al terzo il cotechino o lo zampone (71%).

"La produzione in Italia di lenticchia – sottolinea la Coldiretti - è di circa 5,5 milioni di chili e particolarmente ricercate sono quelle Castelluccio di Norcia Igp, la cui produzione era stata duramente colpita dal terremoto ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. L’accoppiata vincente è con ben 6 milioni di chili di cotechino e zampone consumati proprio a fine anno con gran parte della produzione nazionale che è certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell'Unione europea, ma si rileva anche una apprezzabile domanda di cotechini e zamponi artigianali, anche acquistati direttamente dai contadini nelle fattorie e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica".

Addio invece alle mode esterofile del passato come il consumo di frutta fuori stagione importata dall’estero anche fa registrare un crollo del 20% rispetto alle feste di fine anno di cinque anni fa. Non è un caso che il 95% dei commensali nelle case e fuori quest’anno preferisce prodotti nazionali per la qualità ma anche per sostenere l’economia ed il lavoro per aiutare il Paese a superare le difficoltà generate dalla pandemia.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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