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Numeri record da Covid ma siamo arrivati al picco

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228mila contagi e 434 morti in 24 ore, ma i numeri di Omicron sono a plateau: c'è stabilità e non più una crescita esponenziale

Sono 228.179mila i nuovi casi di coronavirus in 24 ore, il numero più alto dall'inizio della pandemia, e 434 i morti, dato più alto di vittime della quarta ondata. Sono 1.481.349 i tamponi processati in 24 ore che fanno rilevare un tasso di positività pari al 15,4%: ecco i dati di ieri del ministero della Salute sulla situazione del contagio.

 

"I numeri di Omicron stanno cominciando ad arrivare a 'plateau', cioè a un livello in cui c'è stabilità e non più una crescita esponenziale. Segno che "il contagio sta rallentando". Ma "avendo contratto Omicron in così tanti, la possibilità che questa variante possa essere la chiave di volta della pandemia c'è, nel senso che è possibile da un punto di vista immunologico che non saremo suscettibili alla prossima variante. Perché gli anticorpi magari non ci proteggeranno così bene, ma le cellule T sì, hanno un ventaglio di risposta più vasta. Quindi sono ottimista, pensando alla memoria immunologica non mediata tanto dagli anticorpi quanto dalle cellule T". E' l'analisi di Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi.

Un andamento simile sarebbe "immunologicamente sensato". Ma quale sarà il punto di approdo? "Potrebbe essere in prospettiva una situazione in cui Sars-CoV-2 diventerà uno dei tanti virus, come il raffreddore", osserva l'esperto. Quanto tempo ci vorrà perché questo processo si compia? "Se ci si basa sui dati storici della pandemia più simile a questa, cioè l'influenza spagnola, anche se fu provocata da un altro virus, vediamo che ha fatto esattamente questo: è durata due anni e poi è passata. Il motivo di questo epilogo è che dopo un certo periodo di tempo ogni virus si adatta all'uomo e viceversa. E poi i virus hanno ogni vantaggio dal non portare una malattia severa perché vogliono mantenere l'ospite vivo. Il mestiere dei virus è di dare meno fastidio possibile per poter continuare a proliferare e vivere con noi", conclude.

Ma non è solo la salute la priorità della classe dirigente, c'è anche il comparto ecoomico da salvaguardare. "Oggi l'assoluta priorità della politica deve essere la tutela della salute rispetto alla tentazione di un primato economico-finanziario legato al profitto ad ogni costo. La scommessa di questi tempi è quella di trovare il punto di equilibrio tra la sicurezza sanitaria e le necessità di sostenere le attività produttive: le problematiche sono interconnesse e prendersi cura della salute significa anche prendersi cura dell'economia" ha detto Nicola Provenza, deputato del MoVimento 5 Stelle, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sul dl Covid-Green pass.

"In due anni - continua Provenza - avremmo dovuto apprendere che la gestione della pandemia è al tempo stesso uno sprint e una maratona e che la parola chiave si chiama tempestività. Il voto favorevole a questo Decreto è un atto di responsabilità politica". "Oggi - aggiunge il deputato pentastellato - è necessario avere una visione prospettica: dobbiamo pensare a come proteggerci dalle nuove varianti e da pandemie future. Occorre prevedere una scorta strategica internazionale di beni critici, come medicinali salvavita e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari, riorganizzare la governance sanitaria e avere una piena consapevolezza delle sfide che dovremo affrontare".

"L'errore che non va fatto assolutamente è la politicizzazione della scienza. È indispensabile che le istituzioni utilizzino le conoscenze scientifiche in modo trasparente, accessibile e affidabile e il governo, nell'assumere decisioni delicate, deve avvertire il dovere di spiegarle dettagliatamente. Serve ricostruire un senso di comunità, un orizzonte condiviso di progresso, una testimonianza costante di difesa degli ultimi", conclude.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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