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La follia del (non) dibattito intorno al professor Barbero

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Lo storico e star del web ha firmato un documento nel quale centinaia di docenti sottolineano le perplessità attorno al Green Pass

Lo storico Alessandro Barbero ha firmato insieme ad altri accademici un documento contro il green pass. Barbero parla di “ipocrisia” del governo Draghi, che si nasconde dietro il green pass per indurre “con sotterfugi” le persone a vaccinarsi. Giusta o sbagliata che sia l’opinione dell’accademico, la follia è quella del caos che si è generato intorno allo storico che, come scrive l'Huffington Post, ha imparato “la lezione su cosa succede a chi decide di farsi carne e sangue e scendere nell’arena.”

Non si parla d’altro. Per il professore con il Green Pass “si tolgono i diritti fondamentali alle persone senza prendersi le responsabilità”.

 

La reazione

Una presa di posizione che ha scatenato l’ira e le critiche di parte dei suoi seguaci sui social, increduli, oltre che di intellettuali come Massimo Gramellini. La vicenda ha spinto l’editorialista del Corriere della Sera e scrittore a scrivere un pezzo esplicitamente contro Barbero.

Gramellini, nella sua rubrica “Il caffè”, rilancia verso lo storico l’accusa di ipocrisia indirizzata da Barbero al governo, sottolineando come i professori universitari si siano “svegliati dal sonno degli indignati appena il sopruso ha investito la loro corporazione”.

La polarizzazione è sempre deleteria, lo dimostrano le violente manifestazioni contro il green pass, ma lo dimostra anche chi, come Gramellini, difende la propria posizione per partito preso, senza entrare nel merito.

La frase di chiusura del pezzo di Gramellini è “perché non suggerisce ai suoi colleghi sulle barricate di vaccinarsi, così la finiamo qui?”.

Oltre a non avere molto senso, la frase contiene velatamente l’intenzione di spegnere il dibattito, un atteggiamento comune a una parte dell’opinione pubblica che, in questi mesi, non ha mai avuto la bontà di abbassarsi al livello della controparte.

Uno scudo, alzato dallo scrittore a difesa dell’esecutivo Draghi, senza se e senza ma.

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La controreplica

In un’intervista sul Corriere della Sera di oggi 8 settembre barbero risponde alle accuse, sentendosi attaccato come “superstizioso fanatico contrario ai vaccini”. Lo storico spiega come nel documento da lui firmato non si parli affatto di utilità o meno dei vaccini.

Per Barbero, che sosterrebbe “sia pure non senza dubbi” la misura dell’obbligo vaccinale, ”Vivere in un Paese in cui non si può salire su un treno o andare all’università se non si possiede un pezzo di carta è surreale e inquietante”.

Il docente dell’Università del Piemonte Orientale (U.P.O) sottolinea poi l’assenza totale di un dibattito serio: “Chi si preoccupa di questa violazione dei diritti magari esagera, e io sarei ben contento di discutere con chi pensa che si tratti di preoccupazioni troppo astratte. Invece tutto questo avviene senza un dibattito pubblico equilibrato, tra gli insulti da una parte e dall’altra, e questo è addirittura terrificante''.

Il dibattito portato da Barbero non è pro o contro vaccino, ma riguarda obbligatorietà e Green Pass. Un eventuale obbligo sarebbe una scelta politica, che non ha nulla a che fare con la scienza ma esprime un certo tipo di visione del mondo, pienamente legittima di esistere. È anche in relazione a ciò che risulta un po' stonata la scelta del rettore dell’U.P.O di prendere le distanze dalla posizione di Barbero (e altri sei docenti dell’università). “Rispetto l’opinione dei colleghi – dice il rettore Gian Carlo Avanzi – ma non deve essere confusa con quella della maggioranza di studenti, docenti e personale dell’U.P.O. favorevole al green pass.”.

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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