Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Quando anche la fiction è drogata

netflix-narcos.jpg

La maggioranza del Parlamento italiano attacca le serie televisive per l'uso della droga. Ma fa un po' di confusione

Fanno riflettere le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni sulla droga. L’occasione è stata la Giornata mondiale contro le droghe. Del resto, il tema è sempre di scottante attualità: vanno liberalizzate, vanno legalizzate, vanno represse tutte, senza distinzioni tra droghe leggere e droghe pesanti? Un quesito che divide, al pari di quella di  riaprire le case chiuse. E che quindi merita ampio dibattito, che non può prevedere posizioni estreme e chiusure totali.

Un aspetto però mi ha colpito in questo dibattito. L’affondo da parte della maggioranza sulle serie di fiction sulle piattaforme on demand, sbigottita per l’ardire di mettere sullo stesso piano la figura di un criminale come Pablo Escobar, che ha creato un impero tramite la droga, e quella di Vincenzo Muccioli, che nella comunità di recupero di San Patrignano lottava per sconfiggere questa bieca forma di schiavitù. E poi giù critiche feroci anche sulla serie tv Rocco Schiavone, commissario creato dalla penna di Antonio Manzini e interpretato da Marco Giallini che ha il vezzo di farsi una canna di tanto in tanto. Be’, siamo seri, dài, questa è una fiction, che abbracciando la vena gialla e noir concede agli eroi-antieroi delle derive o delle eccezioni, aspetti che la letteratura ci ha sempre regalato. Lo sapete, immagino, che lo Sherlock Holmes di Conan Doyle era un assiduo frequentatore di fumerie d’oppio. Ma questi personaggi della narrativa poliziesca lottano in nome e per conto del Bene, anche se, essendo umani, hanno le loro debolezze e fragilità. E li rendono più vicini al pubblico. Suvvia.

E poi se vogliamo tornare sulla (splendida) serie ‘Narcos’ va sottolineato come l’architettura narrativa punta sulla lotta di agenti della Dea che contrastano i vari cartelli colombiani e messicani, mettendo in risalto l’eroismo dei primi e l’assoluta malvagità dei secondi. Insomma, il Bene e il Male che si combattono come ci insegna la Vita e la Storia. Aspetto che non troviamo, ad esempio, in ‘Gomorra’: qui non c’è contraltare, qui c’è solo il concentrarsi sul quotidiano dei criminali, sembra un altrove che non subisce gli attacchi e le resistenze di chi si batte per il Bene. C’è solo il Male, in tutte le sue sfaccettature. Una scelta di linea narrativa che in verità offre dei buchi e spunti di riflessione, che forse ti fa capire che non può essere l’unico mondo possibile.

30 Giugno
Autore
Gian Luca Campagna

Commenti