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Il Frosinone perde ma è campione d'inverno

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Si guarda il bicchiere mezzo pieno della squadra ciociaria, apparsa confusionaria contro il Genoa. Forse però quel mani al 94'...

Vabbè, alla fine la consolazione è che il Frosinone è campione d'inverno. Girerà alla boa con 36 punti, nonostante la sconfitta in casa del Genoa nel posticipo la squadra di Grosso manterrà comunque la testa della classifica. Certo, la Reggina è lì, a 33. E Bari e Genoa ancora lì, a 30. Certo, dopo la vittoria in casa della Reggina si era a +10 dalla terza, ora il vantaggio si è assottigliato di 6 lunghezze. Ma una flessione ci sta. Si ferma così a 10 la serie utile di Grosso, con 7 vittorie e 3 pareggi. Non male, no? 

Comunque, il Frosinone visto contro il Genoa è apparso bruttino, un po' confusionario, forse disorientato dalla selvaggia bellezza della finale di Coppa del Mondo a cui avevano assistito i ragazzi di Grosso. Probabile che tra i due campioni del mondo di Germania 2006 in panchina quello che ha motivato di più i propri ragazzi sia stato Gila. 

Grosos opta ancora per il 4-3-3, deve ancora affidarsi alal coppia centrale  Szyminski-Ravanelli, con Sampirisi e Cotali sulla corsie esterne; Rohden, Mazzitelli, Boloca i ragionieri della terra di mezzo; Insigne, Mulattieri, Garritano sono i fuochi d'artificio. Così, Moro e Caso partono ancora dalla panca. Il Genoa si affida al 4-3-1-2 con la linea della mediana fornata da Frendrup, Strootman, Jagiello, con Aramu trequartista e Gudmundsson in appoggio a Coda in avanti. 

Eppure i ciociari non avevano cominciato male (Rohdén su assit di Mazzitelli all'8'), avevano sfidato anche il Grifone sul piano della corsa, ma i rossoblù sono apparsi più motivati. Un'aggressività quella del Genoa di Gilardino che ha prodotto il vantaggio al 22' con la zampata di Gudmundsson, maturata su corner. Tra la vera reazione del Frosinone e il vantaggio rossoblù solo tanta confusione e corsa, tant'è che è necessario attendere il finale del primo tempo per gridare al pari: Insigne, Boloca e Ravanelli sfiorano la rete ma quando non ci arriva Semper respinge sulla linea Strootman. Ma non è il Frosinone che siamo abituati a vedere, fatica a costruire, annaspa sul piano atletico nei confronti di un Genoa trasformato dalla cura Gilardino (7 punti in 3 gare). 

Dopo il thè il Frosinone sembra carico, ma il Genoa lo aspetta, non deve fare la partita, se ne sta rintanato come un paguro, pronto a pungere in contropiede con Coda e un mobilissimo Aramu. Una testimonianza del nervosismo giallazzurro sono i quattro gialli che beccano Boloca, Rohdén, Borrelli e Ravanelli, tutti per gioco falloso nel giro di 20'. Non trova sbocchi la squadra di Grosso, che stavolta coi cambi non muta l'inerzia del match. Poi, si grida al rigore al 94' per un sospetto fallo di mano di Ylzancher su tiro di Lulic ma resta in gola, l'arbitro Sozza dice che non si deve ricorrere al Var. E finisce così. Quarta sconfitta in campionato e testa rivolta a Santo Stefano quando allo Stirpe verrà la Ternana, travolta a domicilio dal Como. 

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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