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Intercultura è ‘un’esperienza che ti cambia la vita’

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Siamo stati alla sessione inaugurale del (bellissimo) 74esimo Congresso Nazionale di Intercultura Onlus

Nell’aula magna dell’Istituto Vittorio Veneto di Latina, si è tenuta la sessione inaugurale del 74esimo Congresso Nazionale di Intercultura Onlus, che si chiuderà il 14 novembre. Il titolo del Congresso è “Terre di passaggio: crocevia di storie e mondi diversi”. 

Al congresso sono intervenuti Ilaria Pezzoli, presidente del Centro Locale di Latina di intercultura, Il sindaco di Latina Damiano Coletta e il presidente nazionale di Intercultura Franco Tosi. Dopo le presentazioni, è intervenuta la regista e giornalista Emanuela Gasbarroni con l'intervento "Fuga per la libertà", che ha parlato della grande storia di accoglienza della città di Latina ed è stata omaggiata da un lungo e convinto applauso.

Prima dell'incontro, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con la presidente di Intercultura Latina, che insieme ad alcuni volontari che ha illustrato il tema del congresso e la situazione dell’associazione. 

Qualche parola sul tema del congresso

“Tutto è nato dal documentario della regista Emanuela Gasbarroni, che narra la storia dell’ex campo profughi di Latina; La regista, attraverso la storia di tre rifugiati del campo, racconta la situazione in quel momento, e di come Latina sia stata per loro sia terra di libertà, ma anche terra di passaggio, che ha spinto queste persone a cogliere nuove opportunità in altri paesi. Non dimentichiamo che poi Latina, anni prima è stata terra di passaggio dei coloni" veneti e friulani, giunti nellAgro Pontino per lavorare la terra bonificata.

Al centro del Congresso c’è, dunque” Un parallelismo con l’esperienza dei ragazzi intercultura, che partono per una destinazione che diventa la loro terra di passaggio, un’esperienza che cambia la vita ai ragazzi e che può essere di passaggio o definitiva, come per tanti profughi che hanno scelto Latina per vivere”.

L’impatto della pandemia

L’attività di Intercultura, come per molte realtà di questo tipo, è stata segnata negli ultimi due anni dalla Pandemia. Una situazione che, al primissimo scoppio dell’emergenza, ha comportato per l’associazione uno sforzo enorme a livello logistico per garantire un ritorno in sicurezza di tutti i ragazzi che in quel momento erano all’estero, partiti nel 2019. 

Un momento triste – raccontano – in quanto il periodo di marzo è quello in cui tutti i ragazzi iniziano a conoscere meglio la lingua e quindi ad essere perfettamente ambientati all’interno della realtà che li ospita".

Tuttavia, l’associazione è rimasta in piedi, più motivata che mai: “Le riserve di Intercultura hanno permesso di far fronte ai costi enormi generati dall’emergenza, mentre altri partner sono stati costretti, purtroppo, a chiudere.” 

Con il passare dei mesi e l’evoluzione della pandemia, il numero di iscritti è inevitabilmente calato. In provincia di Latina sono partiti solamente tre ragazzi nel 2020, rispetto a un numero che si aggira abitualmente intorno alle venti persone all'anno anno di media. Nel 2021 i numeri si sono un po’ ripresi, e attualmente l’associazione, nell’ambito di Latina, conta circa 10 ragazzi all’estero. 

Dati che fanno ben sperare, invece, quelli delle iscrizioni chiuse in questo novembre, che hanno visto un numero sensibilmente più alto, grazie anche al miglioramento della situazione sanitaria e la diffusione dei vaccini. Un numero lontano dal raggiungere i livelli pre-pandemia, ma che fa guardare al futuro in modo fiducioso.

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La crescita dell’associazione

Precedentemente alla pandemia, l’attività di Intercultura è stata caratterizzata negli anni da “Un numero sempre crescente di iscritti, dovuti all’allargamento della scelta di paesi e di programmi, aggiunti da AFS (la rete di cui fa parte Intercultura) anche in paesi come Tunisia e Ghana".

Un trend positivo che non è solo dovuto al crescente numero di destinazioni, al momento circa 50, ma anche alla grande cassa di risonanza dei social network, mezzi che hanno portato a un “Miglioramento della comunicazione generale, che fa sì che le persone conoscano meglio questo tipo di esperienza. In passato – dicono i volontari - la notizia delle opportunità di Intercultura arrivava solo a scuola o tramite passaparola, mentre ora con la presenza dei Social Network le informazioni circolano di più e meglio”.

Una storia per tutta la vita

Un’esperienza in cui quasi tutti mantengono i rapporti con la famiglia ospitante – raccontano – dopo anni e anni ci si sente ancora con le famiglie corrispondenti e si torna diverse volte. Il contatto umano resta forte nella maggior parte dei casi, come il legame con il paese teatro dell’esperienza."

"È un’esperienza per tutta la vita – dicono i volontari – quello che vivi lì è un bagaglio che ti porti dentro in tutte le esperienze future che farai. Un’esperienza che ti segna anche a livello tecnico, vista l’importanza della conoscenza delle lingue nel mondo attuale. È un’esperienza che cambia la vita, aprendo possibilità a 360 gradi”.

2 anni fa
Autore
Emanuele Di Casola

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