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Spalletti pronto a costruire il futuro dell'Italia

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A Empoli Luciano Spalletti, alla vigilia di Italia-Bosnia ed Erzegovina, vive emozioni diverse

Luciano Spalletti, alla vigilia di Italia-Bosnia ed Erzegovina, vive emozioni diverse. Da una parte la massima concentrazione nell'avvicinarsi, giorno dopo giorno, all'esordio a EURO 2024, la sua prima grande competizione da Ct della Nazionale; dall'altra i ricordi generati dal ritorno nella città e nello stadio che ha ospitato le sue prime partite da allenatore professionista. Al 'Carlo Castellani' di Empoli, queste emozioni si mescoleranno: quella contro la Bosnia, in programma domenica alle 20.45, è la prova generale prima della partenza per la Germania, a soli sei giorni dal debutto di Dortmund. "Mi aspetto di vedere che si mettano in pratica quelle che sono state le analisi fatte dopo la partita contro la Turchia - ha spiegato Spalletti, anticipando l'impiego di Scamacca come centravanti -. Empoli? Li ho comprati tutti io i biglietti dello stadio (ride, ndr). Sono tutti miei amici, sicuramente mi sentirò a casa perché lì ho vissuto momenti bellissimi: la mia infanzia, sono stato calciatore di una squadra di bambini, poi calciatore della prima squadra, poi allenatore delle giovanili, poi allenatore della prima squadra. Abbiamo lottato per vincere i campionati, per la salvezza: è un’esperienza che mi dà emozioni fortissime quando me la ricordo. Per me sarà come giocare una partita dell'Europeo".

Spalletti non poteva immaginarsi, trent'anni fa (nel giugno del 1994, con l'Empoli, si stava giocando il playout salvezza in C1 contro l'Alessandria, poi vinto), di ritrovarsi sulla panchina del Castellani da Ct della Nazionale. "Quando sono partito avevo ambizioni un giorno di poter entrare nello spogliatoio di una squadra di Serie A, ma era impossibile pensare che sarei arrivato a questo punto. Il futuro ce l’abbiamo tutti davanti, ma bisogna pensare a quelle che sono le azioni, l’umiltà, la convinzione per costruirlo". Un concetto che Spalletti ripete anche a proposito dei giocatori e delle ambizioni in vista dell'Europeo. "Il futuro ci viene concesso d'ufficio: poi si va a lavorare in maniera seria e si aspira al massimo. Per noi è aperto tutto, ed è giusto che sia così. Non ci sarà mai una posizione di tranquillità vestendo la maglia azzurra e noi dobbiamo essere capaci di gestire questa responsabilità. Dire a questi ragazzi che l'unico modo corretto di vestire questa maglia è vincere, però, non è corretto".

E lì affiorano altri ricordi, quelli di un anno fa. "Quando sono arrivato c’era una ferita aperta molto importante - ha sottolineato Spalletti -. All'Europeo ci siamo andando, vediamo di crescere ma siamo partiti da una non qualificazione al Mondiale. Non vogliamo essere gli hacker di noi stessi: si sta qui dalla mattina alla sera con tutta la Federazione a stare vicino ai ragazzi. Abbiamo una squadra forte: non sono io che ho scelto questi 26 ragazzi, sono loro che si sono meritati che io li scegliessi".

Si passa poi ai singoli, a cominciare da Lorenzo Pellegrini "Ha le qualità e la pasta per indossare quel numero. Sa galleggiare nei mezzi spazi, sa calciare le punizioni e i rigori, ha il piede per mettere quella 'palletta' in poco spazio, ha modo di scannerizzare quello che ha dietro le spalle, vede oltre il primo passaggio, sa saltare l'uomo nello stretto. A quel numero ci si avvicina anche Barella, che però è un giocatore che va anche a scontrarsi con gli avversari". Barella? "Ma sulle sue condizioni c’è ottimismo dal primo momento. Quando si va a verificare un affaticamento c’è una visione non chiarissima: se si aspetta un giorno o due le cose diventano più chiare. Non può essere a disposizione per la partita di Empoli, ma per quella con l’Albania siamo fiduciosi". Spalletti ha annunciato l'impiego in difesa di Buongiorno e a centrocampo di Fagioli, già visto nel secondo tempo a Bologna: "Ha bisogno di minutaggio, giocherà domani insieme a Jorginho. Bisogna essere bravi tecnicamente se vogliamo portare tutta questa gente dentro il campo. Ci vuole qualità e intelligenza tattica per fare questo lavoro, ci vuole un po' di roba in più rispetto a ciò che fin qui abbiamo fatto vedere. Dobbiamo stare più nel settore centrale e provare a comandare la partita: bisogna saper gestire la palla e sapere in che zona di campo dobbiamo gestirla. Noi abbiamo un po' tutto con questi 26 giocatori".

Infine un giudizio sulla Bosnia: "Sono una squadra che fa della ripartenza la sua prima qualità. Hanno un blocco abbastanza basso e danno la sensazione di gestire la partita in modo equilibrato. Dovremo essere bravi noi nella gestione nella loro metà campo, mantenendo allo stesso tempo un reparto di guardiani che faccia le cose in maniera corretta".

 

9 Giugno
Autore
Massimo Risultato

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