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Von der Leyen-Xi: dialogo forte sull'Ucraina

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Ursula von der Leyen ha compiuto la sua prima visita in Cina da presidente della Commissione Europea

Ursula von der Leyen ha compiuto la sua prima visita in Cina da presidente della Commissione Europea, per gestire faccia a faccia con il presidente Xi Jinping la relazione "complessa ed estesa" tra l'Ue e il Dragone. Un rapporto che, ha sottolineato, ha "un impatto significativo sulla nostra prosperità e sulla nostra sicurezza". La politica tedesca, che era stata preceduta dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, si è recata a Pechino contemporaneamente al presidente francese Emmanuel Macron, ma con un'agenda separata. Von der Leyen ha prima incontrato in bilaterale il primo ministro cinese Li Qiang, poi il presidente Xi Jinping e successivamente ha avuto un trilaterale con Xi e con Macron. Il presidente francese è andato a Pechino con una delegazione di una cinquantina di imprenditori, portando con sé anche il regista Jean-Jacques Annaud, il cui film sull'incendio di Notre-Dame uscirà prossimamente in Cina. Aprendo il trilaterale con Xi e von der Leyen, Macron ha rimarcato l'importanza di mantenere aperti i canali di comunicazione tra Europa e Cina e ha specificato che "l'autonomia strategica" cui punta l'Ue non è da intendersi in chiave "anticinese", bensì "proeuropea".

L'Europa, ha detto il presidente francese, è sì "un grande mercato", ma è anche "una forza che intende sviluppare la sua industria e proteggerne i settori chiave". La visita di Stato del politico transalpino, che ha avuto cura di invitare von der Leyen, segna la volontà di mantenere, davanti alla Cina, una qualche unità europea. Altri leader, come il tedesco Olaf Scholz e lo spagnolo Pedro Sanchez, si sono recati da soli a Pechino, che ha riaperto le porte dopo aver abbandonato la politica del Covid zero. Non a caso von der Leyen, una settimana fa, ha richiamato la necessità di procedere uniti, per evitare le tattiche del "divide et impera", che "sappiamo verranno adottate".

Von der Leyen ha poi parlato con Xi della situazione geopolitica. La presidente ha ribadito che l'Ue appoggia "fermamente" il piano di pace presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La Cina, ha aggiunto, essendo un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e avendo una relazione consolidata con Mosca, ha una "particolare responsabilità" e dovrebbe fare quindi fare "pressione" sulla Russia perché ci siano "sviluppi positivi" in Ucraina. La presidente ha ribadito a Xi quella che per l'Ue è una linea rossa: Bruxelles si aspetta, ha detto, che la Cina non consegni alcun "equipaggiamento militare" alla Russia. "Armare l'aggressore sarebbe una chiara violazione del diritto internazionale", perché la Russia "è l'aggressore e non dovrebbe mai venire armato", ha aggiunto. Se Pechino dovesse ignorare questi avvertimenti e armare Mosca, allora i rapporti tra l'Ue e la Cina verrebbero danneggiati "in modo significativo".

E ha ricordato che, se è vero che l'Unione è il "primo mercato" per le esportazioni della Cina, per i 27 la Repubblica Popolare è "il terzo" Paese di destinazione delle merci, dopo Usa e Regno Unito. Insomma, anche Pechino avrebbe molto da perdere da un 'decoupling' forzato, anche se gli industriali dell'Ert, in un incontro del 18 gennaio scorso, hanno ricordato a von der Leyen che i costi di un disaccoppiamento dalla Cina per le aziende europee sarebbero "enormi". La politica tedesca ha riferito che Xi le ha ribadito che intende parlare al presidente ucraino Volodymyr Zelensky "al momento opportuno", quando ci saranno le "giuste condizioni". Questa conferma, ha detto von der Leyen, è "uno sviluppo positivo". Con Xi ha sollevato anche il tema del rispetto dei diritti umani in Cina, ricordando che la situazione nello Xinjiang preoccupa molto l'Ue. E non ha rinunciato a dire al segretario del Pcc, assai irritato dalla tappa fatta dalla presidente taiwanese Tsai Ing-Wen in California, che qualsiasi tentativo di cambiare "con la forza" lo status quo nello stretto di Taiwan sarebbe "inaccettabile". Le divergenze, ha aggiunto, vanno risolte "con il dialogo".

1 anno fa
Autore
Claudio Mascagni

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