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Te la dò io la decrescita felice!

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L'analisi della ministra Roccella sul calo demografico riscontrato nel nostro Paese fa correre ai ripari i vertici dello Stato

"La decrescita non è mai felice e se la applichi alla natalità e alla demografia rischia di compromettere qualsiasi futuro possibile, di compromettere le fondamenta su cui si regge il nostro welfare". Così la premier Giorgia Meloni, in un passaggio del suo intervento all'incontro "Per un'Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro" presso il Tempio di Adriano. "Potevamo assecondare questo pensiero dominante e buttarci anche noi nel precipizio della glaciazione demografica oppure potevamo ribadire che il declino non è mai un destino, che è sempre una scelta. E' una scelta che si può ribaltare, rimboccandosi le maniche", ha rimarcato Meloni.

"Considero un cambio di passo fondamentale -continua la premier- l'approccio con cui questo governo affronta queste tematiche rispetto al passato": la natalità e la demografia sono "sfide prioritarie che devono essere trasversali rispetto all'azione di tutto il governo". "Era ora ci fosse un governo con il coraggio di dire che noi possiamo fare per l'Italia le migliori riforme possibili, possiamo fare scelte importanti ma tutto questo non porta a nulla se a monte non invertiamo la drammatica tendenza della denatalità che compromette ogni possibile sviluppo positivo per la nostra nazione e non solo", ha proseguito la presidente del Consiglio.

"L’analisi offerta dalla ministra Eugenia Roccella è sicuramente condivisibile. Negli anni Sessanta le famiglie composte da almeno sei componenti erano tre milioni, oggi si sono ridotte a poco più di 300mila. La grande famiglia è in via di estinzione". Lo affermano Alfredo e Claudia Caltabiano, presidenti di Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia, commentando le dichiarazioni della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella all'apertura dei lavori del convegno, da lei organizzato, 'Per un'Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro' in corso a Roma.

"E' in crisi l’istituto della famiglia (ed in effetti il numero dei single ha superato quello delle coppie) e molte coppie, conviventi o sposate, decidono (o non possono) avere figli. Coloro che invece decidono di averli arrivano al primo figlio spesso tardi, quando l’età riproduttiva della donna si sta esaurendo ed è difficile, poi, pensare ad un secondo". In merito alla denatalità, per i presidenti dell'Anfn, pesa "non solo il clima culturale che privilegia l’individualismo, ma anche la mancanza di adeguate politiche familiari: crescere un figlio costa e crescerne più di uno costa ancora di più, come certifica l’Istat nel suo report annuale sulle povertà: la possibilità che una coppia con figli cada nella povertà relativa o assoluta cresce in modo esponenziale al crescere del numero dei figli. Quindi assistiamo al paradosso di famiglie numerose economicamente sempre più povere, nonostante siano quelle più ricche di relazioni".

"Le famiglie numerose sono una palestra sociale, dove i figli si abituano fin da piccoli a condividere, a vivere e gestire le relazioni e le frustrazioni. L'antidoto alla solitudine - osservano i Caltabiano - ed ecco perché possono rappresentare la cartina di tornasole di ogni scelta politica di qualsiasi governo di qualsiasi colore. Come invertire il trend? Sarebbe necessaria una manovra choc, che consideri le famiglie non come un problema da gestire con l'assistenzialismo, ma una risorsa, da promuovere con adeguate politiche familiari, in un meccanismo che innesti anche un cambio culturale".

"Un grande incentivo per l’investimento nelle politiche per la natalità potrebbe arrivare dall’Unione Europea. L’Italia intende portare nella nuova Commissione e nel nuovo Parlamento il tema della demografia come una priorità del prossimo quinquennio". Lo ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella aprendo i lavoro del convegno, da lei organizzato, 'Per un'Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro' in corso a Roma.

"Come già fatto sulla transizione green e digitale, anche l’investimento nella transizione demografica, ossia nel passaggio da un rigido inverno ad una almeno timida primavera di nuove nascite, passa attraverso l’audacia e il senso di futuro dell’Europa. Noi ci crediamo e lavoreremo per questo", ha concluso Roccella.

13 Aprile
Autore
Claudio Mascagni

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