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Pnrr: l'Italia preme per salvare gli asili nido

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Il ministro degli affari esteri Fitto si dimostra fiducioso per salvare i miliardi destinati al comparto. Cauto il presidente Andi, Decaro

"Noi, parlando degli asili nido, non stiamo mettendo in discussione gli asili, stiamo lavorando per salvare gli asili dal rischio che il non raggiungimento dell'obiettivo al 30 di giugno li possano mettere in discussione''. Lo afferma il ministro per gli Affari esteri, Raffaele Fitto, nel corso dell'informativa alla Camera sullo stato di avanzamento del Pnrr. ''Il confronto -secondo Fitto- è quello di andare a modificare un obiettivo intermedio per poter rafforzare il raggiungimento finale dell'obiettivo al giugno del 2026 e quindi poter realizzare gli asili nido''.

''Il valore complessivo di questa misura sugli asili nido è di 4,6 miliardi'', ricorda il ministro. Una misura che ''ha accumulato ritardi in fase di selezione evidenti'' e quindi ''oggi proviamo a individuare delle modalità per modificare questo obiettivo, con l'intento di salvaguardare i progetti, di realizzare gli asili, non di togliere la misura e voler andare contro la realizzazione degli asili. Dobbiamo trovare le soluzioni che siano compatibili con il confronto con la Commissione e con il costante confronto aperto con l'Anci ci consentano di individuare le soluzioni''.

“Abbiamo ascoltato con attenzione le parole con le quali il ministro Fitto ha illustrato alla Camera lo stato di avanzamento della misura del Pnrr destinata a garantire alle famiglie italiane 264mila nuovi posti negli asili nido. È un obiettivo che l’Italia non può mancare e al quale i Comuni non sono disposti a rinunciare. Per questo prendiamo atto dell’impegno assunto oggi dal governo davanti al Parlamento di ‘salvare gli asili nido’, come ha detto il ministro”. Lo afferma il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, commentando l’informativa resa oggi in Parlamento dal ministro Raffaele Fitto a proposito della realizzazione dei progetti del Pnrr.

“Fin dal primo giorno – ha aggiunto Decaro – l’Anci ha segnalato le criticità che potevano mettere a rischio la realizzazione di questo importante piano. Come oggi ha confermato il ministro, fin dall’inizio ci sono stati ritardi nella procedura per l’individuazione degli interventi da finanziare. Successivamente, i Comuni titolari degli interventi hanno dovuto aspettare quattro mesi prima che fosse possibile sottoscrivere le convenzioni con il ministero, e da quel momento sono stati concessi loro solo sei mesi per redigere i progetti, attivare le procedure di gara e aggiudicare i lavori. Non ci risulta ci sia un particolare allarme in merito alle scadenze, quindi chiediamo nel dialogo costruttivo con il governo, di verificare le attività dei singoli comuni e di gestire con flessibilità le date intermedie del cronoprogramma”.

“Come siamo stati puntuali nel denunciare i problemi – ha concluso il presidente dell’Anci – così saremo disponibili a individuare in uno spirito di collaborazione istituzionale tutte le soluzioni possibili. Per noi è inaccettabile anche solo l’idea che si rinunci a un obiettivo così importante per le famiglie italiane”.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Giada Giacomelli

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