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Varsavia si prepara alla guerra russo-polacca?

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L'esperto di geopolitica David Rossi: 'conflitto in atto ci ha abituati a rompere i tabù'

Davvero la Polonia si prepara a combattere direttamente, non solo tramite forniture di armi e volontari, le forze russe? Risponde l'esperto di geopolitica David Rossi. Partendo dalle parole di sabato scorso dell'ambasciatore polacco a Parigi Jan Emeryk Ro?ciszewski, secondo cui, se l'Ucraina non riuscisse più a difendere la sua indipendenza, Varsavia finirebbe per entrare nel conflitto, l'esperto di geopolitica si dice "non stupito" dalle affermazioni del diplomatico, successivamente confermate anche dal ministero degli Esteri, previa precisazione "che non vi è stato alcun annuncio di un coinvolgimento immediato della Polonia nel conflitto, ma solo un avvertimento delle conseguenze che una sconfitta dell'Ucraina potrebbe avere"...

Precisazione dovuta, ammette Rossi, ma che in realtà non è che "una conferma piena dell'affermazione di Ro?ciszewski. E la cosa neanche stupisce, dal momento che l’ex presidente ed ex premier russo Dmitry Medvedev pochi giorni prima aveva sottolineato l’importanza di allontanare il più possibile i confini dei paesi ostili dalla Russia, 'fossero anche i confini della Polonia'".

"Per capire quello che sta succedendo occorre fare una premessa - spiega Rossi - La Polonia, con i Baltici, la Svezia, la Finlandia e il Regno Unito, è uno dei Paesi europei che si sono sentiti più minacciati dalla Russia nei 23 anni del regime di Vladimir Putin… e non senza motivo! Omicidi mirati di personaggi scomodi sul loro territorio, simulazione di attacchi nucleari durante esercitazioni militari, aperte minacce da parte di esponenti politici e commentatori russi, atti di sabotaggio all’economia e alla sicurezza del Paese, 'addomesticazione' di funzionari pubblici dei paesi limitrofi: in questi Stati il Cremlino ha dato dovizia di ragioni per non vedersi concedere alcuna fiducia né tolleranza. Per Varsavia, come per Tallinn e Stoccolma, l’appeasement è un lusso che si può permettere chi sa che alla peggio sarà l’ultima preda del coccodrillo e magari quando verrà il suo turno la belva sarà sazia".

"In un simile scenario - prosegue l'esperto - la leadership polacca ha inteso concedersi ben altri lussi. Intanto, nel 2023 spenderà il 4 per cento del suo Pil per la difesa: per capire di quale cifra enorme si tratta basti dire che è il doppio della spesa media degli altri Paesi della Nato e la più grande spesa pro capite per la difesa nell'Alleanza, ma anche che l’Italia nella migliore delle ipotesi arriverà al 2 per cento entro il 2028. Già prima della guerra in Ucraina, la Polonia, consapevole della minaccia russa, aveva iniziato a rinnovare le forze armate, fino ad allora farcite di obsolete attrezzature di epoca sovietica".

"Gli obiettivi a questo punto sono ambiziosi - sottolinea Rossi - Secondo il ministro della Difesa Mariusz B?aszczak, Varsavia intende avere il secondo esercito più forte della Nato, dotandolo di armi moderne, prodotte secondo gli standard della del Patto Atlantico, provenienti dagli Stati Uniti, dalla Corea del Sud e dall'industria bellica polacca. Questo per il fatto che - ha spiegato il ministro - la difesa della Polonia non può dipendere da altri Paesi: 'La Nato può essere l'alleanza più forte della storia, ma nessuno si prenderà cura della sicurezza della nostra patria per noi…questa alleanza è stata costruita sul principio che ogni Paese membro si prende cura della propria sicurezza'. A questo scopo, per Varsavia è di fondamentale importanza creare un esercito che sia abbastanza forte da dissuadere qualsiasi potenziale aggressore dal decidere di attaccare".

"I numeri sono più impressionanti delle parole: mille carri armati sudcoreani K2 e duecentocinquanta tank di ultima generazione dagli Usa faranno di quella polacca la più grande forza di carri armati d'Europa. Per non dire dell’artiglieria: seicento obici semoventi da 155 mm K9, diciotto lanciatori Himars con novemila razzi e quasi trecento sistemi lanciarazzi multipli K239 Chunmoo dalla Corea del Sud - elenca Rossi - Aggiungiamo a tutto questo ben di Dio oltre mille veicoli da combattimento di fanteria Borsuk di fabbricazione polacca per il trasporto delle truppe e, per la copertura dei cieli, un centinaio di elicotteri Apache AH-64E made in USA e quasi cinquanta aerei da combattimento FA-50 coreani. Ma perché la Polonia si affretta a creare questa forza armata impressionante? L’esercito russo non sembra in grado di conquistare l’Ucraina, men che meno la Polonia: dal momento che ogni giorno tra Donbass e Mar Nero Mosca 'spende' un migliaio di vite degli uomini mobilitati a settembre e riesce a guadagnare pochi chilometri alla settimana quando va bene, i problemi sono altri".

Secondo l'esperto di geopolitica, "il fatto è che nessuno ha la più pallida idea di quanto durerà la guerra, anche perché pare ovvio che i russi permetteranno al Cremlino di 'prelevare' ancora una volta alcune centinaia di migliaia di riservisti, quando anche quelli del 2022 saranno stati 'spesi'. Le forze armate sono, in molte regioni dell’immenso paese, l’unico ascensore sociale: il servizio militare permette di togliere dalle strade e dalle famiglie disoccupati, parassiti e bocche improduttive. Quindi, genera una piccola entrata, ma soprattutto riduce le spese familiari: per questo, sarà tollerato finché non porterà via - per la bulimia delle forze armate - molti giovani istruiti e lavoratori qualificati dalle grandi città dell’ovest con madri e mogli più protettive. Questo 'prelevamento' di riservisti avverrà a prescindere dal risultato della controffensiva ucraina prevista tra la primavera e l’estate: a meno di un esito catastrofico, Mosca consoliderà le nuove posizioni e preparerà un altro inverno di guerra di logoramento".

"La Polonia, che condivide un confine con la regione russa di Kaliningrad e con la Bielorussia ridotta a un protettorato di Mosca - conclude Rossi - non intende stare a guardare, anche perché una cosa sarebbe combattere contro le forze del Cremlino in Ucraina, un’altra sul proprio territorio. Dato che questa guerra ci ha abituato a rompere i tabù, non pare impossibile che nel 2024 o nel 2025 le forze polacche vengano schierate direttamente in territorio ucraino, per evitare che il logoramento di uomini e morale ucraini porti i russi a una vittoria anche molto parziale. Non era già successo durante la guerra civile spagnola che sovietici, nazifascisti e democrazie si combattessero direttamente, senza per questo provocare nell’immediato un conflitto internazionale? La stessa cosa è successa tra la Cina popolare e gli Stati uniti durante la guerra di Corea. Insomma, la Polonia vuol tenersi pronta anche a uno scenario che oggi appare estremo, come in fondo lo era quello di un’invasione russa dell’Ucraina prima del 24 febbraio di un anno fa".

 

1 anno fa
Autore
Cristiano Camera

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