Il Frosinone ribalta il Sassuolo 4-2 in un match epico
Sotto di due reti dell'ex Pinamonti i ciociari rimontano con un rigore di Cheddira e la doppietta di capitan Mazzitelli più il sigillo di Lirola
Il Frosinone vince un match epico, d'altri tempi, per intensità, emozioni, colpi di scena. Sembra di stare al cinema. Ti siedi e ti godi lo spettacolo. Col pubblico che invoca quello e quell'altro anche prima del fischio finale. Finisce 4-2 per i ciociari dopo che gli uomini di DiFra erano andati sotto per 2-0.
LE FORMAZIONI - DiFra non si lascia influenzare da mass media, presentimenti dei tifosi, astrologi e chiromanti: in campo ci va la stessa formazione di Udine, con l’eccezione di Harroui indisponibile sostituito da Baez. Il resto è la formazione che la domenica i preti fanno cantare alla santa messa in ogni parrocchia ciociara: la difesa chiusa a doppia mandata davanti a Turati, con Oyono sull’out destro e a sinistra Marchizza, al centro i mastini Romagnoli e Monterisi; nella terra di mezzo chiavi a Barrenechea col sostegno di Mazzitelli e Gelli tornato nella mediana pura, più sulle ali dell’entusiasmo Baez e Soulè, in avanti Cheddira, con Kaio Jorge ancora in panca.
All’apparenza i moduli sono speculari, come è tradizione dello stile Sassuolo, di cui DiFra è un ex della prima ora nella massima serie: 4-3-3, ma bando alle chiacchiere alfanumeriche, qui i moduli fissi sono fatti per divenire mobili appena l’arbitro dà l’inizio delle ostilità.
Dionisi, che proprio prima della sosta ha ritrovato il sorriso, spedisce in porta Cragno per l’esordio stagionale, conferma la Maginot vittoriosa contro il Verona con Toljan, Erlic, Ruan Tressoldi, Viña, poi Boloca e Matheus Henrique più l’aggiunta di Bajrami dal 1’ sono i perni del centrocampo, quindi via ai tre con licenza di uccidere Berardi-Pinamonti-Laurientè. Come DiFra, anche Dionisi rispetto all’ultimo turno ne sostituisce uno solo, fatta eccezione per il portiere.
PRIMO TEMPO - L’afa ti schiaccia, mica ti opprime soltanto. Anche se stai fermo schiatti di caldo, tanto vale correre, così li vedi quei ventidue forsennati rincorrere un pallone come bambini al luna park, col signore vestito di azzurro che più un arbitro pare un genitore ansioso. Li ferma poco, li lascia saltellare e giocare. Soltanto che chi si diverte indossa la maglia neroverde. Pronti e via, dopo 40” Berardi serve Pinamonti che assiste Boloca, sembra gol, ma si tuffa Romagnoli e tampona col petto, ancora Bajrami a giro chiama Turati al corner (3’). La brigata giallazzurra capisce che al parco giochi deve divertirsi anche lei: Oyono dialoga con Soulé che scherza Laurienté ma il tiro di Mazzitelli si spegne in curva (5’). Dall’altra parte, Viña affonda nel burro verticale a sinistra e taglia per il defilato Pinamonti: per il centravanti battere Turati è come infilare il portiere all’oratorio. 1-0. Siamo al 7’ e il taccuino è già zeppo di apppunti. Barrenechea e Mazzitelli sono piazzati più alti, DiFra prova a sorprendere Dionisi suggerendo a Gelli di fare quello che sa fare meglio, dare l'anima.
Il Sassuolo è un’orchestra, Matheus Henrique parte basso ma ha piedi di velluto e sguardo veloce, Viña lo assiste più di Boloca per il fraseggio veloce. Gli emiliani attendono quando i ciociari oltrepassano la linea della mediana, si chiudono a testuggine in un 4-5-1 (cioè Pinamonti), che non lascia passare nemmeno gli spifferi. Eppure al 20’ Gelli chiama alla discesa Marchizza che sul secondo palo invita Soulé, che però spara alto. DiFra invoca i suoi a schiacciare l’avversario, con un 2-4-4 con Monterisi e Romagnoli (meno reattivi del solito quest’oggi) nelle retrovie. Annusi il pari ma arriva il raddoppio: Bajmani sgomma per Toljan che se ne va a zonzo sulla corsia destra e gira per la volèe vincente di Pinamonti. È il 24’. Passivo pesante per i ciociari ma il dinamismo neroverde è consistente, con l’acume di Bajrami e Viña a dare concretezza a ogni spinta.
La reazione ciociara c'è. Soulé a destra e al centro comincia a insegnare calcio, vede corridoi dove ci sono anche boschi di gambe, taglia un paio di interni che ti fanno brillare gli occhi, ma commette anche un errore lezioso innescando il contropiede di Berardi (37’), murato da Turati, che bissa sempre sul 10 neroverde al 44’. Nel mezzo una furente capocciata di Cheddira (30’) su imbeccata del volenteroso Oyono ma l’Uomo Cragno dice no con un riflesso da Marvel. Il Sassuolo sa che può chiudere il match, si trasforma in un 4-2-4 che sembra uscito dal computer. Poi, sul filo di sirena del 45’ uno spunto di Gelli chiama Marchizza al cross, Tressoldi si disfa di Cheddira con le brutte. Lo stadio reclama un rigore che pare non esserci. L’arbitro stoppa il gioco. Ascolta l’auricolare, poi si convince e va alla Var. Da quella soggettiva dipende la vita e la morte, che passa per la speranza. Passano minuti bollenti. Poi, lo stadio esulta. È rigore. Cheddira giustizia l’eroe Marvel e riapre la partita: 1-2 al riposo.
SECONDO TEMPO - Fuori il timido Baez per i dribbling di Caso ma anche l’incerto Monterisi per i muscoli e i centimetri di Okoli. È la corsia di destra il puntello di DiFra, lì c’è già la potenza di Oyono e l’estro di Soulé, Dionisi dà ossigeno ai suoi e richiama gli spremuti Bajrami e Viña oltre all’evanescente Laurientié, mai entrato in partita. Nella mischia così ecco Pedersen (che si colloca a sinistra per tamponare l’emorragia lì sull’out di destra), per fare legna nella mediana Thorstvedte e Ceide, che sfiora subito la rete (54’). Scordatevi il gioco brillante e dinamico della prima frazione, il caldo c’è ma anche i calcoli. Al 59’ servirebbe una pañolada, quando il signor Prontera di Bologna decide che due rigori sono troppi a favore del Frosinone, così sorvola su quello che appare un fallo solare quando ancora Tressoldi affossa letteralmente Cheddira. Anche perché sarebbe doppio giallo per il colored emiliano. Si va avanti. Stancamente. L’afa ti taglia il respiro. Caso prova con i suoi strappi ma fa il solletico alla difesa neroverde, Soulé è contenuto da una gabbia da 416bis stretta attorno alle sue intuizioni, la password del match può avvenire solo da una verticalizzazione innescata dai play. Così, arriva da un piazzato: corner di Soulé che scodella per la semirovesciata da Copacabana beach di Mazzitelli. Lo Stirpe perfora la barriera del suono per il 2-2 raggiunto. È il 70’. Ma il dio del pallone non è sazio: al 76’ ispira Caso e Garritano, difesa presepista, taglio per un invito da rete per Mazzitelli in un'area flipper, la botta colpisce lo stinco di Pederson per poi rimbalzare sulla zampata del capitano che cadendo la spedisce in rete. Altro che gollonzo, è una rete d'impeto, di prontezza, di tigna! Lo Stirpe gradisce ed esplode una gioia incontenibile. Emozioni finite? Macchè. Accenno di rissa con capocciata di un irroconoscibile Erlic a Caso a gioco fermo, con sempre Prontera di Bologna (non è stato sostiuito per la topica del rigore bis non concesso) che non sapendo che pesci prendere salomonicamente elargisce un giallo a testa, quando il rosso al difensore emiliano sembrava cosa dura ma giusta. Il Sassuolo prova a ricucire, partendo dai piedi di Herinque, ma il brasiliano predica nel deserto, ma è ancora il Frosinone ad andare vicino alla rete con un sonoro palo di Soué con una botta da fuori area (85').
L'arbitro dice che servojno altri 8 minuti per scrivere la partita. Ed è un'altra partita. Scatta Castillejo ma Turati si distende sul suo tracciante velenoso, su ribaltamento di fronte Caso esalta ancora i guanti di Cragno poi Garritano soffia la palla a un esausto Henrique e scheggia la traversa con una sassata. Finita? Beati. Su una pennellata di Mulattieri che si era portato a spasso l'out di destra Toljan sale in cielo e impatta con la testa, è gol, la palla sta varcando la linea ma Turati sfida la legge di gravità e con la mano aperta la agguanta come fosse una pallina da baseball. Emozioni finite? Allora, non avete capito. Brescianini in un mischione fa ordine, lancia il solitario Cheddira mentre dall'altra parte corre come un forsennato contro nessuno Lirola: e anche questo è il gol dell'ex. Piattone a porta vuota e 4-2 epico. E finisce con la follia: con la Curva Nord che intona 'vinceremo il tricolor'. Vabbè, il tricolore da queste parti, lo sapete, buontemponi ciociari, è la permanenza in serie A. E la strada è quella giusta.
FROSINONE (4-3-3): Turati: Oyono, Monterisi (1’ st Okoli), Romagnoli, Marchizza; Gelli (37’ st Brescianini), Mazzitelli (41’ st Lirola), Barrenechea (24’ st Garritano); Soulé, Cheddira, Baez (1’ st Caso).
A disposizione: Frattali, Cerofolini, Kajo Jorge, Cuni, Reinier, Kvernadze, Bourabia, Ibrahimovic, Lusuardi.
Allenatore: Di Francesco.
SASSUOLO (4-3-2-1): Cragno; Toljan, Erlic, Tressoldi, Vina (7’ st Pedersen); Boloca (21’ st Castillejo), Henrique; Berardi, Bajrami (7’ st Thorstvedt), Lauriente (7’ st Ceide); Pinamonti (35’ st Mulattieri).
A disposizione: Pegolo, Scacchetti, Missori, Racic, Ferrari, Obiang, Viti, Volpato, Defrel.
Allenatore: Dionisi.
Arbitro: signor Alessandro Prontera di Bologna; assistenti sigg. Pasquale Capaldo di Napoli e Paolo Laudato di Taranto. Quarto Uomo signor Luca Massimi di Termoli (CB), Var signor Paolo Valeri di Roma2, Avar signor Valerio Marini di Roma1.
Marcatore: 6’ e 24’ pt Pinamonti (S), 47’ pt Cheddira (F, r.), 25’ e 30’ st Mazzitelli (F), 53’ st Lirola (F).
Note: Spettatori totali: 13.133; abbonati: 10.683; Biglietti venduti: 2.450 (di cui 64 ospiti); Totale incasso compreso rateo abbonamenti: 278.457,53; angoli: 7-5 per il Sassuolo; ammoniti: 34’ pt Romagnoli (F), 10’ st Barrenechea (F), 35’ st Erlic (S) e Caso (F), 36’ st Gelli (F); recuperi: 3’ pt; 8’ st.
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