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La Sardegna si (ri)scopre autnomista

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Polemica sulla toponomastica Savoia in alcuni centri dell'isola: 'Carlo Felice era un assassino'

A Torino arriva la proposta di cambiare nome alla toponomastica dedicata al periodo coloniale, ma in Sardegna la stessa sorte tocca proprio ai piemontesi di Casa Savoia. La scelta di modificare le intitolazioni a chi guidava il Regno di Sardegna ha già coinvolto diversi paesi come Bauladu, Siligo, Galtellì, Oniferi, Lula, Orune e Scano Montiferro. A guidare questa crociata contro i Savoia è la Corona de Logu, un'associazione formata dagli amministratori indipendentisti della Sardegna.

"Un discorso è insegnare ai bambini a scuola chi fu Carlo Felice o chi fu Benito Mussolini, un altro è dedicare spazi a persone di questo stampo per celebrarne la memoria - spiega all'Adnkronos il sindaco di Scano Montiferro (Oristano), Antonio Flore, presidente della Corona de Logu -. Sono due ragionamenti completamente diversi e non è talebano pretendere una rivisitazione di queste intitolazioni perché nessuno chiede una damnatio memoriae. Questo sarebbe puerile e dannoso".

Al centro di Cagliari c'è il largo Carlo Felice e ospita una statua del viceré di Sardegna a cui è intitolata anche l'arteria che attraversa l'Isola, dal capoluogo a Sassari. "E' giusto dire che la principale strada della Sardegna, la 131, non si possa più chiamare Carlo Felice? - si chiede Antonio Flore - Io credo di sì perché Carlo Felice fu un assassino dei sardi dimostrato scientificamente ovvero attraverso un'ampia ricerca documentale. Quando lui parlava di distruggere il villaggio di Santu Lussurgiu, diceva 'qu'il ne reste plus pierre sur pierre' e cioè 'che non rimanga più pietra su pietra'. Il concetto che aveva dei sardi non era sicuramente dei migliori".

Secondo il sindaco di Scano Montiferro cambiare quei nomi non vuol dire cancellare la storia. "Un discorso è preservare la memoria storica e questo deve essere fatto, senza giudizi morali, cioè si deve avere il coraggio di narrare la storia così come è andata - spiega il presidente della Corona de Logu -. E bisogna avere ben presente la storia, specie quella negativa, perché dalla storia che si impara ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ma questo è un aspetto: preservare la memoria. Altro è celebrare la memoria e il ricordo cioè tributare omaggio: la dedica di spazi a determinate persone e a determinati episodi significa tributare omaggio".

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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