Volano gli stracci tra Trump e Musk più insulti da lite condomini
Volano gli stracci. Nella casa dorata dell’Impero si lanciano accuse e male parole
Volano gli stracci. Nella casa dorata dell’Impero si lanciano accuse e male parole, come se si fosse in una vivace riunione condominiale dei Quartieri Spagnoli. Immaginate, ma non immaginateli, perché sono reali, Donald Trump ed Elon Musk che discutono e litigano, alzano i toni e passano alle offese come dei liceali irrequieti pronti a essere scaraventati nella sala del direttore dell’istituto. Solo che il direttore della scuola sono loro stessi.
L’antefatto racconta che Musk è stato il principale finanziatore della campagna elettorale di Trump, insieme i due hanno condiviso piani e progetti, tra cui hanno rimbalzato quello discutibile di una Gaza trasformata in una Mecca per turisti mentre veniva (e viene) bombardata e massacrata. Poi, la luna di miele s’è interrotta, idee e visioni tra i due hanno smesso di collimare e sono volati gli stracci, con il presidente che minacciava il miliardario di rispedirlo a casa sua in Sudafrica, perché non statunitense, essendo cominciata la caccia alle streghe verso gli stranieri. Musk, che al limite gradirebbe l’esilio su Marte, ha risposto creando un terzo partito, un’autentica frattura per il sistema politico americano, da sempre bipolare (democratici e repubblicani) e falsamente liberale, poiché il partito comunista è stato sempre bandito in quel Paese. Così quel sistema aristotelico potrebbe vacillare di fronte a un ‘America Party’, sondato –manco a dirlo- con un’indagine demoscopica su X condotta da Musk in persona. Trump ha rotto il silenzio dopo 24 ore: ”ridicolo” ha mandato a dire all’ex sodale, Steve Bannon, ideologo e consigliere anziano del presidente Usa, non s’è trattenuto apostrofandolo come “scemo” e “buffone”, Musk ha controreplicato con “ciccione, ubriacone, maiale” mentre un senatore dem s’è limitato a sbirciare un “è un’idea da miliardari”. Miliardari stravaganti. Ma noi siamo moderati, perché anche quando gli inquilini dei Quartieri Spagnoli discutono sono più eleganti di Musk, Trump e company.
L’antefatto racconta che Musk è stato il principale finanziatore della campagna elettorale di Trump, insieme i due hanno condiviso piani e progetti, tra cui hanno rimbalzato quello discutibile di una Gaza trasformata in una Mecca per turisti mentre veniva (e viene) bombardata e massacrata. Poi, la luna di miele s’è interrotta, idee e visioni tra i due hanno smesso di collimare e sono volati gli stracci, con il presidente che minacciava il miliardario di rispedirlo a casa sua in Sudafrica, perché non statunitense, essendo cominciata la caccia alle streghe verso gli stranieri. Musk, che al limite gradirebbe l’esilio su Marte, ha risposto creando un terzo partito, un’autentica frattura per il sistema politico americano, da sempre bipolare (democratici e repubblicani) e falsamente liberale, poiché il partito comunista è stato sempre bandito in quel Paese. Così quel sistema aristotelico potrebbe vacillare di fronte a un ‘America Party’, sondato –manco a dirlo- con un’indagine demoscopica su X condotta da Musk in persona. Trump ha rotto il silenzio dopo 24 ore: ”ridicolo” ha mandato a dire all’ex sodale, Steve Bannon, ideologo e consigliere anziano del presidente Usa, non s’è trattenuto apostrofandolo come “scemo” e “buffone”, Musk ha controreplicato con “ciccione, ubriacone, maiale” mentre un senatore dem s’è limitato a sbirciare un “è un’idea da miliardari”. Miliardari stravaganti. Ma noi siamo moderati, perché anche quando gli inquilini dei Quartieri Spagnoli discutono sono più eleganti di Musk, Trump e company.
8 Luglio
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