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I brividi letterari? Meglio a km zero. Ma con qualche eccezione

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Danilo Villani è il deus ex machina e il direttore artistico di questo festival giallo e noir che nasce a Roma ma poi si estende a tutt'Italia

Amanti della letteratura gialla e noir, segnatevi queste due date: 19 e 20 aprile, location Roma, biblioteca Ennio Flaiano a via Monte Ruggiero, l'evento si chiama Brividi a km zero ed è un festival letterario che in questa seconda edizione ha richiamato nomi di alta qualità, tra cui Maria Elisa Aloisi, Paola Barbato, Alessandro Berselli, Scilla Bonfiglioli, Gian Luca Campagna, Marco Caponera, Massimo Carlotto, Nuela Celli, Claudia Cocuzza, Raffaella Fanelli, Franco Forte, Denise Jane, Michele Navarra, Massimo Lugli, Michele Navarra e Stefano Tura.

Danilo Villani è il deus ex machina e il direttore artistico di questo festival, che mette ancora una volta in prima linea romanzi di un genere che sono uno specchio deformante della realtà. 

Brividi a km zero arriva alla seconda edizione ma si allarga oltre il cordolo del Raccordo anulare: autori provenienti non solo dal Lazio ma anche da altre regioni italiane. Perché questo cambio di rotta?

La rotta non è  mai cambiata. Diciamo che sono stati aggiunti degli “scali” che ci hanno permesso di implementare l’offerta del  festival stesso. Non a caso il suffisso apposto è “Edizione Estesa”.

Due giorni e tanti autori. Avete unito la formula autori noti e autori meno noti al pubblico: perché questa scelta? Cosa avete privilegiato nel casting di questa edizione?

Diciamo che abbiamo coniugato marketing, quindi nomi di richiamo, e missione culturale affiancando ai “senatori” autori meno noti ma di sicura evoluzione.

Roma ha tanti scrittori ma guardandosi attorno nella Città Eterna è sempre mancato un vero grande festival letterario di genere. Perché?

Mi permetto di contraddire questa affermazione. Il festival “Neroma”, con il quale siamo gemellati, è un esempio. Potrei ipotizzare il fatto che l’organizzazione di simili eventi presuppone risorse: finanziarie, istituzionali e soprattutto umane, tutte di difficile reperimento. Ad ogni modo il fatto di essere arrivati a una seconda edizione, credo sia sintomatico dell’impegno profuso da tutta l’organizzazione.

Voi siete alla seconda edizione e avete allargato non solo gli orizzonti ma anche i momenti di convivialità tra autori. Vi proponete come un faro letterario di una città che è sempre stata molto superficiale nell’organizzare eventi di genere?

Non abbiamo la presunzione di considerarci un faro ma certamente i nostri sforzi e il nostro impegno sono proiettati a creare una certa visibilità dell’evento stesso.

Qual è secondo lei la ricetta vincente per allestire un festival letterario?

Non esiste una formula magica. Esistono idee, opinioni, scambi di pareri. Miscelati sapientemente confluiscono nel progetto.

Quando, come e perché vi è venuta questa idea di creare un festival letterario?

Questo, come declamato lo scorso anno al termine della prima edizione, è stato sempre un mio sogno coltivato per anni. Da lettore forte ho sempre sentito il bisogno di condividere con i miei contesti le emozioni e le sensazioni che un libro può offrire.

Immaginiamo che questa rassegna letteraria sia frutto di un gioco di squadra. Non c’è solo lei…

Assolutamente no. Io sono parte attiva dell’Associazione Culturale Sugarpulp che, è vero ha sede in quel di Padova, ma “agisce” in maniera scientificamente trasversale su tutto il territorio nazionale. E non solo. Debbo anche evidenziare il patrocinio e il contributo del III Municipio di Roma Capitale, elementi imprescindibili per la riuscita della kermesse. Nonché di un manipolo di collaboratrici e collaboratori senza i quali nulla sarebbe possibile.

Un romanzo e autore della prima edizione che ha colpito il pubblico.

Sulle opere non mi pronuncio, bisognerebbe chiedere alle responsabili del punto vendita libri ma credo che il “sold out” sia stata una locuzione ripetuta più volte. Le autrici e gli autori presenti sono stati tutti all’altezza della situazione e per me pari sono.

Un romanzo e un autore che potrebbe sorprendere il pubblico di questa edizione.

Chi vincerà Sanremo 2025?

Il giallo/noir italiano privilegia come sfondo narrativo il campanile, la provincia, le periferie, attraverso un numero di romanzi di gran lunga superiore alla metropoli. Perché secondo lei?

Presumo che nella provincia, nel paese, nel borgo, magari anche nelle periferie quello che i tedeschi chiamano “trisch-trasch” ovvero chiacchiericcio, si trasformi inevitabilmente in un telefono senza fili. Tutti sanno tutto di tutti. Nella maggior parte dei casi con una buona percentuale di omertà. Per un autore accorto certi contesti sono un serbatoio inesauribile.

Che voto dà al giallo/noir italiano di oggi? In che stato versa?

Il voto è superiore alla media sia per contenuti stilistici sia per impegno. Non dimentichiamo che l’accezione italiana del genere è soprattutto quella di evidenziare e addirittura denunciare certe situazioni del nostro Paese. È anche vero che il genere è inflazionato specie nelle caratterizzazioni quali commissari, ispettori e investigatori…

Oggi il pubblico è diventato straordinariamente passivo, grazie anche all’offerta on demand delle varie piattaforme che si possono vedere comodamente nel salotto di casa. Quanto ne soffre la lettura del romanzo?

Mi spiace citare il vecchio adagio che recita che in Italia ci sono più scrittori che lettori ma questa è la realtà. La mission di Brividi a Km.0 è anche questa. Cercheremo, nel nostro piccolo, di invertire questa tendenza.

Chi è Danilo Villani?

Un lettore forte, come enunciato in precedenza, che ama condividere le sue sensazioni e le sue emozioni con il prossimo. È anche uno che si diverte come un pazzo ad organizzare festival letterari.

3 Aprile
Autore
Claudio Mascagni

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